SanPa, Letizia Moratti boccia il documentario Netflix: "Un'occasione persa"

Intervistata dal Corriere della Sera Letizia Moratti ha parlato degli anni di San Patrignano bocciando la docu-serie prodotta da Netflix.

Letizia Moratti, ex sindaco di Milano, ha preso le distanze dalla serie televisiva documentaristica Netflix su San Patrignano spiegando: "SanPa è stata un'occasione sprecata, limitare tutto il racconto della comunità alla storia di un uomo non rende merito all'impegno di tutti i ragazzi per far crescere quella realtà."

Sanpa  Sins Of The Savior  Limited Series
SanPa: Vincenzo Muccioli in un filmato d'epoca

"Le regole si facevano insieme: all'inizio nel fine settimana i ragazzi uscivano sempre, poi alcuni di loro ci dissero che se il sabato sera andavano in discoteca non riuscivano a non bucarsi di nuovo. E si è deciso di chiudere. Oppure ricordo una ragazza alcolista, la prima seguita con questo problema: a tavola c'erano le bottiglie di vino e lei beveva. Allora i ragazzi decisero che ciascuno potesse avere un solo bicchiere di vino perché così avremmo aiutato anche lei." Ha spiegato la Moratti durante l'intervista.

A proposito dell'esistenza di un presunto "Metodo San Patrignano" basato sulla violenza l'ex sindaco ha risposto: "Assolutamente no, non esisteva, il metodo si è costruito assieme ai ragazzi ed è evoluto con il tempo perché intanto succedevano tante cose: sono nate altre comunità con cui confrontarci e discutere, anche lo Stato ha affrontato il problema, il livello di consapevolezza e anche lo studio del fenomeno si è approfondito. Al modello San Patrignano si è ispirata una decina di comunità in tutto il mondo."

Vincenzo Muccioli
SanPa: un'immagine della docuserie

Letizia Moratti ha concluso l'intervista del corriere su Sanpa: Luci e tenebre di San Patrignano offrendo un suo giudizio personale: "Forse sono troppo coinvolta per un giudizio. Di sicuro mi ha colpito rivivere la disperazione di tante mamme che allora vedevano Sanpa come unica speranza. Penso sia stata un'occasione persa, perché la droga rappresenta ancora oggi una emergenza e molti giovani affrontano il tema con la fragilità e le insicurezze tipiche della loro età. Non aver raccontato nessuna delle storie di fragilità che poi sono diventate forza e vita piena è stata un'occasione persa."