Ryan Reynolds interviene pubblicamente nella causa legale con Justin Baldoni chiedendo al tribunale di respingere l'accusa di diffamazione, sostenendo che l'attore e regista non può denunciarlo per aver "ferito i suoi sentimenti".
Reynolds è finito in mezzo alla faida tra la moglie Blake Lively e Baldoni dopo essere stato accusato di aver deriso il regista e interprete di It Ends With Us - Siamo noi a dire basta usando il personaggio di Nicepool in Deadpool & Wolverine per fare satira sull'immagine "femminista woke" di Baldoni.
In una mozione di archiviazione presentata martedì, gli avvocati di Ryan Reynolds non hanno negato Nicepool si basi su Baldoni, ma hanno affermato che Baldoni aveva mostrato "indignazione permalosa" lamentandosi della parodia.

La faida prosegue
La lavorazione di It Ends with Us - Siamo noi a dire basta è stata accompagnata da voci di dissidi tra il regista e la protagonista femminile. Dopo il successo riscosso dal film, ispirato al romanzo di Colleen Hoover, Blake Lively ha accusato Justin Baldoni di molestie e comportamenti inappropriati sul set e di usare i suoi portavoce per rovinare la sua reputazione diffondendo voci negative su di lei.
Baldoni ha controquerelato lei e Reynolds, sostenendo che stavano cercando di distruggere la sua carriera con false accuse. Nella causa, Baldoni ha affermato che Ryan Reynolds lo aveva rimproverato di aver fatto body shaming nei confronti di sua moglie. Ha anche accusato Reynolds di averlo definito "predatore sessuale" e di aver fatto pressione sulla sua agenzia, la WME, affinché lo eliminasse come cliente. Nella mozione di archiviazione, gli avvocati di Reynolds sostengono che non si tratta di diffamazione se Reynolds ci crede davvero.

Le accuse "suggeriscono che il signor Reynolds creda davvero che il comportamento del signor Baldoni rifletta quello di un predatore", afferma la mozione. "La legge stabilisce che chiamare qualcuno 'predatore' equivale a un'opinione protetta dalla Costituzione. Mentre il signor Baldoni potrebbe non apprezzare di essere chiamato predatore, quei sentimenti feriti non danno luogo a rivendicazioni legali".
La mozione sostiene che Ryan Reynolds non stava facendo una dichiarazione dimostrabilmente falsa, ma stava semplicemente offrendo la sua "opinione negativa sul comportamento del signor Baldoni. Il signor Reynolds ha il diritto del Primo Emendamento di considerare il signor Baldoni, o qualsiasi uomo che il signor Reynolds ritenga abbia molestato sessualmente la moglie, in profondo disprezzo", afferma la mozione. Vedremo quale sarà il verdetto del giudice mentre gli avvocati delle due controparti continuano a fornire materiale gustoso per i tabloid.