Rolling Thunder Revue è il nuovo film diretto da Martin Scorsese distribuito da Netflix e, nonostante possa sembrare un documentario propone molti dettagli inventati.
Il sito Indiewire ha ora rivelato quattro dettagli per cui il sottotitolo A Bob Dylan Story by Martin Scorsese anticipa che non verrà proposta una versione totalmente accurata della storia dell'artista.
Uno dei passaggi in cui finzione e realtà si uniscono in Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese - di cui potete leggere la nostra recensione di Rolling Thunder Revue - è quello in cui Sharon Stone sostiene di aver incontrato Bob Dylan quando aveva diciannove anni e stava cercando di entrare in un suo concerto. Sullo schermo appare un'immagine modificata in cui una ragazza bionda appare insieme ad altri fan, tuttavia la star quell'anno avrebbe avuto diciassette anni. Il cantautore sostiene il finto racconto dichiarando di ricordare quando ha incontrato la teenager insieme alla madre e di come gli avesse detto che un giorno sarebbe diventata una famosa attrice. Il film mente poi su una possibile relazione tra Sharon e Bob, con Dylan che avrebbe fatto credere alla teenager di aver scritto il brano Just Like a Woman pensando a lei.
Il lungometraggio Netflix affronta poi un aspetto reale parlando della campagna presidenziale di Jimmy Carter, ma il regista ritorna nel mondo della fantasia sfruttando una miniserie mockumentary di Robert Altman, Tanner 88, in cui l'attore Michael Murphy interpretava il politico Jack Tanner che cercava di ottenere la nomination dei democratici in vista delle corsa alla Casa Bianca. In Rolling Thunder Revue, Tanner, sempre interpretato da Murphy, spiega che nel 1976 era un giovane membro del Congresso vicino a Carter e un giorno il suo volo ha cambiato itinerario a causa di un temporale e il futuro presidente ha chiamato personalmente Bob Dylan per farlo entrare al suo concerto.
Tra le interviste proposte in Rolling Thunder Revue c'è anche quella al regista europeo Stevan van Drop, impegnato dietro le quinte del tour di Dylan e che avrebbe girato le incredibili immagini. Van Drop non è in realtà una persona realmente esistita e viene interpretato da Martin von Haselberg, il marito di Bette Midler.
Jiam Gianopulos, infine, è a capo di Paramount Pictures e nel documentario si sostiene, in modo errato, che in gioventù fosse un promoter musicale che lavorava per i concerti di Dylan.
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