Robin Williams: la moglie "infuriata" con i media per le speculazioni sulla morte

La moglie di Robin Williams ha raccontato di essersi infuriata con quei media che hanno fatto speculazioni riguardo la morte dell'attore, insinuando che avesse bevuto.

Susan Schneider, moglie di Robin Williams, ha detto di essersi infuriata con quella parte dei media che hanno ipotizzato che l'attore avesse bevuto nel periodo antecedente il suo suicidio.

Robin Williams in una scena del film Insomnia
Robin Williams in una scena del film Insomnia

Era il 2014 quando Robin Williams, uno degli attori più amati di sempre, se ne è andato. A distanza di sette anni dalla sua morte, un nuovo documentario, Robin's Wish, racconterà gli ultimi giorni della sua vita ed esplorerà il disturbo neurodegenerativo, la demenza da corpi di Lewy, contro cui l'attore stava lottando prima di togliersi la vita. In una recente intervista rilasciata al The Guardian, Susan Schneider, vedova di Robin, ha ammesso di desiderare la realizzazione del documentario perché "ci sono così tante incomprensioni su quello che è successo a Robin e sulla sua malattia".

La graphic designer, con cui l'attore si sposò nel 2011, ha quindi raccontato della rabbia provata nel trovarsi di fronte alle tante illazioni fatte riguardo lo stato di salute dell'attore ed i motivi che lo hanno portato a compiere quel gesto così estremo. "Ero infuriata quando i media hanno detto che aveva bevuto, perché so che là fuori ci sono tossicodipendenti in recupero che lo ammiravano, persone che hanno a che fare con la depressione che lo ammiravano e che meritano di sapere la verità", ha dichiarato Schneider, facendo riferimento alla dipendenza da alcool e cocaina con cui l'interprete di Jumanji iniziò a fare i conti intorno agli anni ottanta, salvo poi riuscire a seguire un percorso di disintossicazione. Alcuni media, però, ricollegarono subito la sua morte ad un'overdose, cosa poi smentita dai risultati dell'autopsia che hanno invece evidenziato come l'attore soffrisse di una patologia neurodegenerativa che negli ultimi tempi gli aveva provocato allucinazioni, tremori, perdita di memoria, attacchi di panico e paranoia.

Nell'intervista al The Guardian, Schneider ha anche spiegato che il suo defunto marito non ha mai ricevuto una diagnosi quando era vivo e che si è ucciso una settimana prima di avere un appuntamento in una struttura di test neurocognitivi: "Penso che non volesse andare. Penso che abbia pensato 'Sarò rinchiuso e non uscirò mai'". Il documentario Robin's Wish sarà disponibile dal 4 gennaio nel Regno Unito e potrà essere visualizzato on demand su diverse piattaforme tra cui iTunes e Amazon.