Il rinomato regista Marco Bellocchio torna a Cannes con Rapito, un dramma che ricostruisce la vera storia di Edgardo Mortara, un giovane ragazzo ebreo rapito e cresciuto forzatamente come cristiano nell'Italia del XIX secolo. Durante un'intervista di Variety, il cineasta italiano ha spiegato quali sono le principali differenze tra l'ipotetica pellicola di Steven Spielberg e il suo nuovo film.
Alla domanda "Era da tanto che desideravi fare questo film?", il regista ha risposto dicendo: "Si. Ma subito dopo aver letto il libro ho scoperto che Steven Spielberg stava preparando un progetto sulla stessa storia. Una casa di produzione era venuta in Italia per cercare location e fare dei provini, quindi ho smesso di pensarci. Poi, diversi anni dopo, mentre ero negli Stati Uniti ho chiesto in giro e sono venuto a sapere che Spielberg non aveva portato avanti il progetto."
"Lavorando con la sceneggiatrice Susanna Nicchiarelli abbiamo utilizzato diversi libri come fonti, ma anche molti documenti. Poiché si tratta di un'Italia che non esiste più, abbiamo usato un sacco di effetti digitali per ricostruire quel mondo. Ma volevamo anche dare al pubblico un senso reale di ciò che è accaduto. Molto lavoro è stato dedicato alla scenografia e ai costumi. Abbiamo cercato di ricostruire il mondo delle province italiane", ha continuato il regista.
"Siamo stati molto attenti nell'assicurarci che i tipi di italiano volgare che i personaggi parlano fossero autentici. L'accuratezza dell'aspetto linguistico è stato fondamentale per me per renderlo reale. È probabile che il progetto di Spielberg sarebbe stato completamente diverso. Lo avrebbe fatto in inglese. Noi invece volevamo che fosse noto il fatto che questa famiglia ebrea vivesse in Italia", ha concluso Marco Bellocchio.