Con il sesso sullo schermo che sta diventando sempre più un tabù, un film come Queer assume la forma di una boccata d'aria fresca.
Parlando con Dazed, la star Drew Starkey ha condiviso la sua opinione sull'incorporazione del sesso nelle narrazioni e su come questo possa rivelare più delle semplici parole. "Penso che sia l'ultima forma di onestà mostrata sullo schermo", ha dichiarato l'attore. "È l'ultima forma di comunicazione, il modo in cui si è intimi l'uno con l'altro. È il massimo della presenza che si può avere con un'altra persona".
Parlando del suo personaggio, il militare della Marina Eugene Allerton, e della sua relazione con l'alter-ego di William S. Burroughs, William Lee, interpretato da Daniel Craig, Starkey ha spiegato che entrambi i personaggi vogliono le stesse cose, solo che ci arrivano partendo da direzioni diverse.
Il linguaggio del sesso in Queer
"C'è una sorta di desiderio profondo sotto la superficie in entrambi i personaggi, solo che in uno di loro è più esplicito", ha continuato Starkey. "C'è un qualche tipo di malfunzionamento all'interno di Lee che non gli permette di esprimerlo".
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Cercare di capire cosa succede sotto la superficie è uno dei temi centrali di Queer, a cui Starkey è particolarmente legato: "La paura che qualcuno possa conoscere veramente chi sei è una di quelle con cui ho lottato per la maggior parte della mia vita. Può bloccare le persone sul nascere".
Sulla sua preparazione alle scene di sesso, Starkey ha aggiunti: "Io e Daniel abbiamo lavorato con un coordinatore dell'intimità, ma abbiamo fatto alcune prove sui movimenti per mesi prima delle riprese. Quindi, quando siamo arrivati lì, era come se avessimo già frequentato un corso di jiu-jitsu per un paio di mesi. C'erano una danza e una coreografia incredibili e bellissime. Eravamo a nostro agio. È stato molto divertente". Su queste pagine trovate già la nostra recensione di Queer, visto all'ultima Mostra del Cinema di Venezia.