Portobello, Marco Bellocchio: "Enzo Tortora non mi era antipatico, mi era estraneo, ma l'arresto mi sconvolse"

La complessità della figura di Enzo Tortora al centro della serie di Marco Bellocchio con Fabrizio Gifuni, che farà il suo debutto a inizio 2026 sul nuovo streamer HBO Max Italia.

Marco Bellocchio col protagonista di Portobello Fabrizio Gifuni

Marco Bellocchio alla prova del fuoco. I primi due episodi di Portobello, la sua serie sul caso giudiziario di Enzo Tortora, sono stati presentati in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia in attesa che lo show, composto da sei episodi, faccia il suo debutto sul neonato servizio streaming HBO Max Italia nei primi mesi del 2026.

"Il motivo per cui ho voluto raccontare questa storia? La vita non è fatta di programmi da rispettare, ma di casualità" spiega Bellocchio. "Mi è capitato di leggere la raccolta di lettere dal carcere che Tortora scrisse alla compagna Francesca, Lettere a Francesca, e tanti dettagli hanno suscitato in me un interesse verso il personaggio che conoscevo fin da ragazzino, ma superficialmente. Lo vedevo nei bar a Bobbio, quando la tv era solo lì, poi all'epoca di Portobello non guardavo la tv, avevo altri interessi. Il personaggio non mi era antipatico, ma mi era estraneo. Quando il 17 giugno 1983 si diffuse la notizia del suo arresto ne fui stupito. Dopo aver letto le lettere, ho iniziato a impostare un soggetto".

Portobello Fabrizio Gifuni Pappagallo
Fabrizio Gifuni nei panni di Enzo Tortora

Un caso di cronaca che diventa "personale": la genesi di Portobello

Circondato dal ricco cast capitanato da un incredibile Fabrizio Gifuni nei panni di Enzo Tortora, Marco Bellocchio rivela di aver riportato in vita il dramma giudiziario che coinvolse un innocente per via della potenza di una storia capace di parlare al pubblico di oggi, anche agli stranieri che non conoscono la vicenda.

Portobello Marco Bellocchio Fabrizio Gifuni
Fabrizio Gifuni in manette al momento dell'arresto

"Come per Moro, ho cercato di raccontare personaggi che possano interessare anche all'estero. Se non è famoso internazionalmente, la drammaturgia deve vincere. Maggiore è la nostra capacità di fantasticare, più c'è la speranza che il nostro lavoro possa emozionare 'al di là delle Alpi', come si diceva un tempo. Quando ero giovane conoscevo questi personaggi, li avevo vissuti, ma in queste esperienze ho cercato e trovato qualcosa di molto personale per permettere a questa storia di diventare qualcosa di vivo. Ho inventato dettagli non verificabili dalla storia per dare un senso più profondo al racconto".

Aspettando Portobello: Alberto Barbera e Marco Bellocchio dialogano all'Italian Global Series Festival Aspettando Portobello: Alberto Barbera e Marco Bellocchio dialogano all'Italian Global Series Festival

A coadiuvale il regista nell'impresa ci ha pensato uno dei suoi attori feticcio, Fabrizio Gifuni, capace di restituire la complessità e la misura necessarie per rendere giustizia alla figura di Tortora. "La vicenda di Tortora cambia la storia e aggiorna i codici di procedura penale" sottolinea l'attore. "Oggi il codice è più garantista, mentre all'epoca era apertamente inquisitorio. Parliamo di un personaggio incredibile, amato da 28 milioni di italiani. Eppure l'intero paese gli salta alla gola e non vede l'ora di divorarlo. Tortora era persona libera, controcorrente, ispira nei giudizi. Approda a Portobello dopo 7 anni di esilio perché si era permesso di dire che la tv pubblica era un baraccone, un jet guidato da un gruppo di dissennati. Quindi si capisce che una parte d'Italia aveva qualche conto in sospeso. Tortora si era battuto per la liberalizzazione delle emittenti tv, voleva che nascessero altre tv e questa sua posizione era molto sgradita. Si è espresso contro la P2, ha assunto apertamente posizioni coraggiose, mettendo insieme questo quadro esce una storia molto complessa".