Una teoria affascinante e oscura mette in discussione tutto ciò che credevamo di sapere sul mondo di Peter Pan. E se il vero antagonista fosse proprio Peter, e Capitan Uncino il solo disposto a salvare i bambini? Una rilettura inquietante ma intrigante di alcuni fan del classico Disney del 1953 sta scavando nelle zone grigie tra bene e male.
L'ombra su Peter Pan: Capitan Uncino è l'eroe
Nel regno incantato dell'Isola che non c'è, dove il tempo si arresta e l'infanzia è eterna, si nasconde forse una verità molto più sinistra di quanto Disney ci abbia mai lasciato intendere. Secondo una teoria (decisamente credibile) che sta guadagnando terreno sui social, Peter Pan potrebbe non essere un bravo che guida i Bimbi sperduti in un'eterna avventura, ma un inquietante carceriere che rapisce bambini per ottenere l'immortalità, mentre il suo rivale storico, Capitan Uncino, sarebbe in realtà l'unico a tentare di fermarlo.

L'ipotesi affascina non solo per la sua audacia, ma perché colma alcuni vuoti nella storia: nessuno sa come sia nata la rivalità tra Peter e Uncino, né perché un adulto come lui si trovi a l'Isola che non c'è. Secondo la teoria, Uncino sarebbe un ex Bimbo sperduto riuscito a fuggire dalle grinfie di Peter, determinato a spezzare il ciclo e salvare altri bambini. Il prezzo pagato? La mano divorata da un coccodrillo.
Questa versione alternativa non solo trasforma il temuto pirata in un tragico eroe, ma getta una luce inquietante su Peter, dipingendolo come un bambino egoista che manipola e sfrutta i suoi "compagni di giochi". Non mancano contraddizioni: nel cartone animato della Disney Uncino, pur mosso da vendetta, non esita a rapire Giglio tigrato o minacciare i Bimbi sperduti con la passerella, comportamenti che faticano a conciliarsi con il profilo dell'eroe. Tuttavia, la teoria trova eco anche nel romanzo originale di J.M. Barrie, dove si legge che "quando sembrano crescere, cosa vietata, Peter li elimina". Una frase ambigua che ha alimentato l'idea che Pan uccida i bambini per mantenerli eternamente piccoli. In fondo, questa rilettura piace proprio perché rifiuta la dicotomia netta tra buoni e cattivi, e suggerisce che forse nessuno, nell'Isola che non c'è, abbia davvero a cuore i bambini.
Forse, è proprio Uncino - l'antagonista per eccellenza - a incarnare la figura più umana e disperata di tutte: quella di chi combatte per i piccoli, pur con metodi discutibili, in un mondo dove l'innocenza non è mai stata davvero al sicuro.