Pet Sematary ritornerà nei cinema e Stephen King ha ora condiviso degli interessanti dettagli sulla creazione del romanzo.
Lo scrittore, in un'intervista rilasciata a Entertainment Weekly, ha parlato del processo creativo alla base del libro pubblicato nel 1983 in cui si racconta la storia di una famiglia che scopre l'esistenza di un'area il cui terreno sembra in grado di riportare in vita i morti.
King ha raccontato che si era trasferito con la famiglia in una piccola città chiamata Orrington perché aveva ottenuto un lavoro all'Università del Maine: "Abbiamo preso in affitto questa bella casa accanto a un fiume, e sul retro c'era un cimitero di animali. C'era un sentiero che arrivava fino a lì e i ragazzini continuavano a tagliare l'erba in quella zona. Non indossavano quelle maschere divertenti, ma era lì ed era un posto davvero bello".
L'autore si è ispirato a fatti realmente accaduti per ideare la trama: oltre allo spavento causato nel momento in cui suo figlio Owen si è avvicinato troppo a una strada trafficata, ha usato l'esperienza vissute quando un membro a quattro zampe della famiglia ha perso la vita. Stephen King ha raccontato: "Il gatto di mia figlia è morto. Lo abbiamo sepolto nel cimitero degli animali. Si chiamava Smucky. Ha fatto una piccola croce e ha scritto 'Smucky, era obbediente'. E voglio dire, era un gatto. Non lo era! Ma amava quel gatto".
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La bambina ha reagito molto male alla morte del gatto: "Di notte, dopo che lo abbiamo sepolto, l'abbiamo sentita andare in garage. Stava saltando su quelle cose che si usano per avvolgere le cose fragili. Stava urlando 'Dio non può avere il mio gatto. Quel gatto era il mio gatto! Può avere un gatto tutto suo'. E ho messo tutto quello nel libro e sì, eravamo nel campo e c'era davvero una strada trafficata a cui si era avvicinato Owen. Tutto quello che c'è nel libro fino al punto in cui diventa sovrannaturale è vero. Quando ho sentito Naomi fare quella cosa, ho avuto quell'idea. E poi quando hai un'idea, pensi semplicemente 'Oh, è la cosa più meravigliosa di sempre, non sarebbe fantastico?'. Ed è allora che mi è venuta l'idea. Ho pensato 'E se si potesse seppellire nel cimitero degli animali e tornasse in vita?'".
Successivamente lo scrittore ha letto un libro sullo spirito indiano chiamato Wendigo e ha deciso di fondere la mitologia con la sua idea iniziale per dare vita a Pet Sematary.
Nella vita reale era inoltre presente una versione del vicino di casa descritto nelle pagine: "C'era questo tizio che viveva dall'altra parte della strada ed è stato lui ad avvisarci. I ragazzi erano da qualche parte ed è venuto da noi e ha detto 'Avete un problema con il gatto di vostra figlia'. E siamo andati e abbiamo guardato Smucky, che era a lato della strada. E non era stato investito o altro, sembrava stesse bene. Era... semplicemente morto. Ricordo di aver parlato con mia moglie Tabitha sul cosa avremmo detto a Naomi. La conversazione è nel libro. Dici che il gatto semplicemente se ne è andato, che sta vagando...? O dai realmente la prima lezione sulla morte? Abbiamo deciso di raccontarle la verità, che penso fosse la cosa giusta da fare. Odio i film e le serie tv in cui il ragazzino dice agli adulti 'Andrà tutto bene?'. E l'adulto risponde 'Certo, andrà tutto bene!'. Non mi piace. Non è la verità. Non si dovrebbe mentire ai bambini".