Parenti serpenti, uno dei film più amati di Mario Monicelli, avrebbe potuto avere un finale alternativo davvero particolare e legato a fatti realmente accaduti negli anni Ottanta.
La rivelazione era emersa da un'intervista rilasciata da Giorgio Gaber al quotidiano La Repubblica in cui parlava del progetto del regista e del motivo per cui gli aveva causato molte perplessità.
Parenti serpenti, girato nella cittadina di Sulmona, racconta cosa accade quando una famiglia molto numerosa si riunisce per le festività natalizie. La tranquillità viene poi spezzata durante il pranzo di Natale quando gli anziani coniugi protagonisti rivelano che non se la sentono più di vivere da soli e, non volendo ritirarsi in un ospizio, affidano ai figli il compito di scegliere chi tra di loro, in cambio di una cospicua pensione e l'abitazione in eredità, dovrà accoglierli nella propria casa.
Il lungometraggio di Monicelli si conclude con la decisione di uccidere i due anziani fingendo un incidente domestico durante la sera di Capodanno, regalando una stufa a gas difettosa che ne dovrebbe segnare la tragica fine.
La prima versione della sceneggiatura prevedeva però un metodo diverso per compiere il delitto: l'utilizzo del vino al metanolo, elemento legato a una frode che aveva colpito l'opinione pubblica alla fine degli anni '80. Giorgio Gaber, nel 1991, aveva spiegato perché non voleva recitare in Parenti Serpenti: "E' una storia insensata: due vecchi genitori diventati ingombranti che i figli eliminano col metanolo, mezzo alquanto scemo, neppure grottesco. C' è persino una scena in cui io dovrei affettare della verdura cantando una canzone di Mina: così in basso non voglio cadere, non me lo perdonerei mai. Anche Monicelli secondo me dovrebbe lasciar perdere, lui è molto meglio di questo progetto".
In un secondo momento si è quindi deciso di modificare questo elemento del finale di Parenti Serpenti, rendendo l'epilogo della storia forse più realistico rispetto all'uso della bevanda alcolica mortale.