Nel panorama anime, poche saghe hanno generato attesa come One-Punch Man. Ma la stagione 3 non solo affronta l'ombra dell'originale, bensì anche un nemico invisibile: il fandom arrabbiato. Il regista Shinpei Nagai, stanco dell'eco tossica dei social, ha scelto di ritirarsi - una mossa che risuona più forte di qualsiasi pugno.
Il regista di One-Punch Man nel mirino
Quando è emerso che Shinpei Nagai avrebbe diretto la stagione 3 di One-Punch Man, molti fan hanno mostrato scetticismo. Il regista ha spiegato che, essendo "relativamente sconosciuto", aveva preferito restare dietro le quinte, temendo "che potesse dare una cattiva impressione".

Con il passare delle settimane, i post sono diventati bersaglio di comportamenti più aggressivi: "Ci sono alcune persone tra i miei follower che fingono di essere alleati... ma che in realtà fanno rage-baiting", ha scritto in un messaggio presto condiviso su Reddit.
La decisione di cancellare definitivamente il suo profilo X è stata motivata così: "Onestamente, questo sta facendo un danno alla mia salute mentale, e porta solo negatività al lavoro, allo staff e ai creatori originali". Dietro queste parole non c'è solo uno sfogo personale, ma una denuncia verso una comunità che, nel nome della passione, può trasformarsi in un meccanismo auto-distruttivo.
Oltre il fandom (tossico)
Il problema non è soltanto la qualità dell'animazione - già criticata nei primi episodi - ma il clima culturale che attornia la produzione. Nagai ha ribadito che "probabilmente non raggiungerà il livello della prima stagione", ma che il progetto conteneva comunque "la tenacia e l'ingegnosità dei creatori".
Ecco allora che la vera minaccia non è lo studio o il budget ridotto, ma l'aspettativa di perfetto ritorno che diventa trappola. L'anime si trova nella posizione scomoda di dover rivivere un successo storico - la prima stagione - e al contempo innovare. Il risultato è una tensione che si riflette online, in un fandom che chiede tanto e accetta poco.
Il regista stesso lo riconosce, denunciando chi "sfrutta le difficoltà dei creatori per profitto attraverso l'odio". Quando un creatore si sente costretto a silenziare se stesso per preservare il lavoro, la storia che sta dietro un'anime cambia tono: non è più solo intrattenimento, ma assumere una responsabilità verso chi crea. In questo contesto, la stagione 3 di One-Punch Man è il test non solo di un eroe che dà un pugno al male, ma forse di un fandom che impara a fare lo stesso col proprio comportamento.