Il confronto tra generazioni editoriali si fa ancora più teso e tagliente: da una parte Eiichiro Oda, autore venerato di One Piece, oggi anche consulente creativo per Netflix, dall'altra Kazuhiko Torishima, leggendario ex caporedattore di Weekly Shonen Jump, che nel suo ultimo libro lancia accuse dense di rimproveri, ammonimenti e una visione purista del manga shōnen.
L'ex boss di Shonen Jump accusa il padre di One Piece
Nel libro Botsu: L'etica del lavoro odiata del leggendario caporedattore di Shonen Jump, pubblicato nel maggio 2025, Kazuhiko Torishima non usa mezzi termini. Secondo lui, Oda sarebbe troppo coinvolto nell'anime di One Piece, a discapito della qualità del manga originale. "Se fossi il suo editor, gli darei un feedback estremamente severo, perché ha talento", afferma Torishima, aggiungendo con tono tagliente: "Oda è stato troppo assorbito dall'anime".
Le sue critiche, tuttavia, non sembrano rivolte soltanto a One Piece in sé, ma piuttosto alla gestione editoriale contemporanea, che secondo lui si è lasciata soggiogare dal carisma del suo autore di punta.
Secondo il veterano, oggi i giovani editor di Shonen Jump sono paralizzati dal timore reverenziale verso Oda, tanto che "a volte non riescono nemmeno a farlo rispondere al telefono". La sua soluzione? "Se fossi io, andrei direttamente nel suo studio, resterei lì per ore, continuando a insistere". Le parole suonano come il manifesto di un'editoria d'altri tempi, ruvida ma coinvolta, in netta contrapposizione a un presente dove gli autori sembrano avere campo libero.
Torishima, del resto, non ha mai nascosto le sue riserve verso One Piece, tanto da aver bocciato la serie tre volte prima che venisse infine accettata grazie all'insistenza dell'editor Takanori Asada, che lui stesso ha recentemente riconosciuto come "colui che ha salvato la rivista".
Una visione classica contro l'evoluzione dell'industria
Le critiche di Torishima si estendono ben oltre One Piece. Alla Japan Expo 2025 in Francia, ha ribadito la sua posizione: la trama del manga di Oda sarebbe diventata troppo intricata, compromettendo la leggibilità e l'efficacia per il giovane pubblico a cui Shonen Jump dovrebbe essere destinato.

Il suo ideale resta quello di una narrazione semplice e diretta, dove il lettore "vive il mondo attraverso gli occhi del protagonista". Da qui il confronto con opere come Dragon Ball o Naruto, da lui ritenute molto più accessibili e, per questo, eterne.
Non sorprende quindi che Torishima abbia rivolto un colpo anche a Attack on Titan, definendolo troppo complesso per lasciare un impatto duraturo. Il paradosso, però, sta nel fatto che proprio One Piece - oggi tra i manga più venduti di sempre - è diventato un pilastro culturale e commerciale della rivista che lui ha contribuito a forgiare.
E benché continui a criticarlo con la tenacia di chi non si rassegna al cambiamento, lo stesso Torishima ha ammesso nel 2024 che senza quella serie da lui inizialmente rigettata, Weekly Shonen Jump avrebbe rischiato l'estinzione. In fondo, anche i titani dell'editoria, ogni tanto, devono ammettere di essersi sbagliati.