L'anime di One Piece abbandona finalmente la censura e svela, con crudo realismo, la straziante storia di Bartholomew Kuma. L'episodio 1129 segna l'inizio di un flashback attesissimo e visivamente più spinto, dove sangue e dolore non vengono più edulcorati. Una svolta narrativa che celebra il tono adulto della serie e restituisce dignità a uno dei personaggi più tragici dell'intera saga.
One Piece spezza le catene della censura: il passato di Kuma
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Con l'episodio 1129, One Piece cambia pelle e abbandona le remore del passato. Il flashback dedicato a Kuma, attesissimo dai lettori del manga e sorprendente per chi segue solo l'anime, non lesina sulla crudezza: la scena della morte del padre del giovane Buccaneer, che nel manga si limitava a una macchia di sangue sul volto, esplode ora in uno spruzzo viscerale, disturbante e realistico. Ma, ciò che colpisce, è la delicatezza con cui l'animazione riesce a restituire questa violenza senza trasformarla in grottesco. La svolta è anche simbolica: con il cambio di fascia oraria - da quella mattutina pensata per i bambini a un nuovo slot serale destinato a un pubblico adulto - l'anime pare deciso a smettere i panni del compromesso. Addio dunque alle vecchie autocensure, come quella famigerata sulla gamba di Zeff o le ferite edulcorate di Marineford: l'era del sangue e del dolore, finalmente, è arrivata.

Ma sotto il sangue, c'è molto di più. Kuma non è solo un corpo che sanguina, è un cuore che si spezza in silenzio. Dietro la maschera del cyborg al servizio del Governo Mondiale si cela una vita spesa a proteggere gli altri, a costo di cancellare se stesso. Schiavo da bambino, poi fuggiasco a God Valley insieme a Ivankov e Ginny, Kuma conosce l'illusione della libertà solo per vederla sfumare ogni volta.
Dopo la tragica perdita di Ginny, trasformata in concubina dei Draghi Celesti e poi abbandonata con una malattia fatale, Kuma cresce la loro figlia Bonney nell'amore e nella disperazione. E quando la malattia minaccia di portargliela via, accetta di rinunciare alla sua umanità per affidarla a Vegapunk. Anche da Pacifista, mutilato nell'anima e nella mente, il suo corpo continua a muoversi per proteggere chi ama. È un eroe silenzioso che danza nel buio. Ma quella danza, per lui, ha il peso di una condanna eterna.