Onde Road di Massimo Ivan Falsetta arriva in sala

Un viaggio "retrofuturista" alla scoperta di un mondo cult perduto, quello delle radio libere italiane. La musica, i protagonisti di allora e le prime trasmissioni radiofoniche raccontate con stile pop e scanzonato.

Distribuzione Indipendente è lieta di annunciare l'uscita nelle sale di Onde Road, documentario pop del regista Massimo Ivan Falsetta, interpretato da Federico l'Olandese Volante, Awanagana, Fabrice Quagliotti dei Rockets (che firmano anche l'incalzante colonna sonora), Battaglia e Miseferi, Paolo Pasquali, Barbara Cambrea, Francesca Zavettieri.

Un viaggio di sola andata nel favoloso mondo degli anni settanta e ottanta, per rivivere su grande schermo il felice periodo delle radio libere in Italia, alla scoperta della musica, dei protagonisti di allora e delle prime trasmissioni sorte in tutto il Paese. A tenere insieme le varie storie e testimonianze che il film accoglie al suo interno, una cornice immaginaria ambientata in un'Italia "retrofuturista", dove Awanagana (speaker storico di Radio Montecarlo), con un atto terroristico e romantico, blocca tutte le frequenze delle radio moderne, mentre Federico l'Olandese Volante, capo della censura futuribile, tenta di rintracciare e neutralizzare il segnale pirata, che pare irradiarsi da un punto imprecisato della Calabria.

Ed è proprio la Calabria - terra natia del regista nonché prima regione del sud Italia ad alimentare il fenomeno delle radio libere - il centro nevralgico del film, specchio di una stagione indimenticabile, fatta di voci indipendenti, lotte comuni, libera creatività e tanta buona musica, in barba ai monopoli delle reti pubbliche nazionali. Sottolinea il regista: "La Calabria è una terra che vuole apparire senza mostrare, non a caso serba nel suo ventre primati infelici, come una tra le mafie più sanguinarie, una comunità massonica molto forte e perfino uno dei poli principali della magia nera. Ma appena si è paventata l'opportunità di far sentire la propria voce, si è liberata, contro tutto e tutti: le radio libere sono state l'unico momento di libertà vissuto lontano da ogni condizionamento socio-culturale o mafioso".