Oldboy: il regista Park Chan-wook sulla carneficina in corridoio: "È una metafora dell'esistenza"

Park Chan-wook ha spiegato il significato che si cela dietro all'iconica sequenza del film cult del 2003.

Oldboy: il regista Park Chan-wook sulla carneficina in corridoio: 'È una metafora dell'esistenza'

Sono passati 20 anni dall'uscita nelle sale di Oldboy, ma il film di Park Chan-wook continua ad avere ancora oggi un impatto indelebile nelle menti degli spettatori. Tra le numerose sequenze iconiche che il film cult ha regalato, una spicche su tutte: quella della carneficina in corridoio ad opera del protagonista Oh Dae-su (Choi Min-sik). Una scena che contiene un significato ben preciso, come spiegato dal regista ai microfoni di Inverse.

"Volevo far capire che questi nemici non fossero persone importanti. Non è una scena in cui il protagonista sta affrontando il cattivo principale. Sono uomini assunti da un altro uomo che a sua volta lavora per la nemesi del protagonista. Queste persone non appariranno più e non hanno nome, si può dire che siano degli esseri astratti. L'intera sequenza rappresenta la metafora della vita di un uomo. Ecco cosa significa essere circondato da queste persone e combattere per loto per quella che sembra un'eternità".

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Oldboy è tratto da un manga giapponese, creato nel 1997 da Tsuchiya Garon e disegnato da Minegishi Nobuaki e pubblicato a capitoli sulla rivista Manga Action di Futabasha tra il 1996 e il 1998.

Di cosa parla Oldboy

Protagonista di Oldboy è Oh Dae-su, l'uomo viene rapito e rinchiuso in una prigione privata, senza motivo apparente e senza sapere per quanto tempo vi rimarrà. Dopo quindici anni viene rilasciato e ha un unico desiderio: vendicarsi. Ma deve scoprire chi lo ha rapito e perché. Mido lo aiuterà a risolvere il mistero ma la scoperta della verità sarà per lui solo l'inizio del suo incubo più atroce.

Il film è stato oggetto di un remake nel 2013, diretto da Spike Lee, che non ha avuto la stessa fortuna e lo stesso impatto culturale dell'originale. In una recente intervista Park Chan-wook l'ha definita un'esperienza divertente, ma irreale.