In una famosa scena del film Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci, appare un personaggio che avrà un insospettabile e inquietante collegamento con L'Imbalsamatore, il film di Matteo Garrone tratto da una storia vera.
Uscito nel 1972, Non si sevizia un paperino era il film preferito di Lucio Fulci, uno dei nostri autori di cinema di genere più celebrati. Tuttavia, questo film procurò a Fulci alcuni grattacapi e diverse denunce, tra cui una per una scena con Barbara Bouchet, che nel film interpreta la giovane e seducente Patrizia.
In questa scena, Barbara Bouchet appare completamente nuda a un bambino e la legge proibiva l'impiego di minorenni in sequenze scabrose. Fulci, però, riuscì a dimostrare che non si trattava di un bambino e spiegò come era stata girata la sequenza: alla presenza di un notaio, da una parte si trovava l'attrice nuda, mentre il bambino veniva ripreso da un'altra parte, guardando un oggetto di scena. I controcampi di spalle del bambino furono interpretati da Domenico Semeraro, una person affetta da nanismo, amico dei produttori. Questa controfigura di professione faceva l'imbalsamatore e diventerà noto in seguito per essere il "Nano di Termini", ucciso da un suo amico nel 1990.
La storia de Il Nano di Termini è stata ripresa dal regista di Gomorra, Matteo Garrone, che ne ha raccontato la triste storia col suo film L'imbalsamatore. Il film ha vinto il David di Donatello come Miglior sceneggiatura e Miglior attore non protagonista, grazie all'interpretazione di Ernesto Mahieux, che ha interpretato il tassidermista omosessuale che intrattiene un rapporto morboso e malato con un suo giovane collaboratore.
Così come Non si sevizia un paperino è tratto da alcuni terribili omicidi di bambini realmente accaduti a Bitonto nel '71, anche "L'imbalsamatore" trae spunto da una storia vera. Garrone ha voluto ricostruire la vita di Peppino, il tassidermista napoletano affetto da nanismo, innamorato di un giovane ragazzo. Il film cerca di ripercorrere i fatti di cronaca sulla misteriosa e bizzarra vita del "Nano di Termini", sotto un'altro punto di vista, quello di Peppino, ucciso mentre cercava di realizzare un amore impossibile.