Naruto, Masashi Kishimoto ammette: "All'inizio volevo che Naruto fosse un animale e il padre un assassino"

Durante un'intervista, Masashi Kishimoto ha raccontato come la bozza originale di Naruto fosse molto diversa: Kurama non esisteva e il padre di Naruto era un pluriomicida.

Una immagine della volpe a nove code di Naruto

In una recente intervista, Masashi Kishimoto e il suo editor Kosuke Yahagi hanno svelato la sorprendente verità: nella prima bozza di Naruto, la volpe Kurama non esisteva affatto. Naruto stesso era la volpe, e Minato un padre oscuro e distruttivo. Una storia molto diversa, poi completamente riscritta per diventare il fenomeno globale che conosciamo oggi.

La versione originale di Kishimoto era un'altra storia

Prima che diventasse un'icona globale dell'animazione, Naruto aveva una forma ben più cupa e singolare. Masashi Kishimoto, affiancato dall'editor Kosuke Yahagi, ha recentemente raccontato in un'intervista che nella prima bozza del manga, Kurama, il demone a nove code, non esisteva affatto. Naruto non era un contenitore, ma la creatura stessa. Nella storia concepita inizialmente, il giovane ninja viveva come una bestia in forma umana, isolato dalla società ma con un desiderio di integrazione che lentamente lo spingeva verso l'amicizia. L'umanità era solo una maschera da indossare.

Locandina di Naruto
La locandina di Naruto

Un'idea affascinante ma, secondo Yahagi, troppo limitante per sostenere una narrazione a lungo termine. Così, quel primo one-shot del 1997 fu rielaborato, e al posto di una storia di un "mostro che voleva diventare uomo", prese forma il viaggio dell'emarginato che custodisce un potere pericoloso e cerca un posto nel mondo.

Naruto, Masashi Kishimoto parla dello spin-off di un suo personaggio: "Questa volta tocca a lui sul serio" Naruto, Masashi Kishimoto parla dello spin-off di un suo personaggio: 'Questa volta tocca a lui sul serio'

I fan abituati all'immagine luminosa di Minato Namikaze, il Quarto Hokage, potrebbero sobbalzare: nella versione originaria, era proprio lui la causa della distruzione del villaggio. Dei nove ninja che si opposero a lui, solo uno sopravvisse: diventò il mentore di Naruto, deciso a impedirgli di seguire le orme paterne. Una trama che ribaltava completamente i ruoli e metteva in discussione il senso stesso dell'eroismo. Il team editoriale giudicò però che mancasse la solidità necessaria ancora una volta per una serializzazione longeva, e così l'autore recuperò elementi da un'altra sua opera, Karakuri, riplasmando i personaggi e le dinamiche narrative. Nonostante il profondo restyling, però, il cuore dell'opera non è mai cambiato: l'idea di un ragazzo solo, in cerca di riconoscimento e legami autentici, è rimasta il vero motore emotivo di una delle saghe più amate di sempre.