Durante una conferenza stampa tenutasi a Seul per promuovere Mission: Impossible - The Final Reckoning, Tom Cruise ha preferito mantenere l'attenzione sul film, evitando domande di natura politica.
Insieme al regista Christopher McQuarrie e ad altri membri del cast, Cruise ha risposto ai quesiti dei giornalisti locali, ma ha gentilmente sviato un argomento potenzialmente controverso.
Cosa ha detto Tom Cruise
Un giornalista ha chiesto se il nuovo capitolo del franchise, girato in diverse location internazionali tra cui Regno Unito, Norvegia e Sudafrica, potrebbe essere colpito dalle tariffe doganali proposte dal Presidente Donald Trump sui film prodotti all'estero.

La risposta di Cruise, affidata al moderatore, è stata chiara: "Preferiamo parlare del film, grazie", ha detto, fuori microfono, secondo quanto riportato. Il moderatore ha sostenuto la posizione dell'attore, definendo la risposta appropriata, e ha invitato a passare oltre.
Il franchise di Mission: Impossible ha raccolto oltre 4 miliardi di dollari al box office globale, distinguendosi per le spettacolari riprese in tutto il mondo. The Final Reckoning, in uscita negli Stati Uniti il 23 maggio, promette di continuare su questa linea, mescolando azione ad alta tensione e location internazionali.
Nel frattempo, Trump ha recentemente annunciato l'intenzione di introdurre tariffe fino al 100% sui film realizzati all'estero, definendo l'attuale situazione dell'industria cinematografica americana "una minaccia alla sicurezza nazionale". Tuttavia, la Casa Bianca ha precisato che nessuna misura è ancora stata ufficializzata.

Oltre al nuovo Mission: Impossible, molte altre produzioni hollywoodiane vengono attualmente girate fuori dagli Stati Uniti, tra cui Avengers: Doomsday, L'Odissea di Christopher Nolan e il recente Deadpool & Wolverine.