Mindhunter 2 sta per arrivare su Netflix: la data di uscita della nuova stagione della serie procedurale è stata annunciata via social dalla piattaforma, che ha confermato quanto già suggerito sia da David Fincher che da Charlize Theron.
Gli amanti del genere crime tengano bene a mente questa data: 16 agosto 2019, ovvero quando, dalle prime ore del mattino, saranno disponibili su Netflix i nuovi episodi dell'acclamato show che avranno per protagonisti Jonathan Groff e Holt McCallany nei panni di due agenti dell'FBI. Quale sarà il nuovo caso da affrontare? Quello conosciuto come gli omicidi di Atlanta o Atlanta child murders, la morte di 24 bambini rivenuti ad Atlanta tra il 1979 e il 1981. I ragazzini, di età compresa tra i 7 e 17 anni, sono stati ritrovati per lo più strangolati. Tra le vittime anche sei adulti tra i 20 e i 28 anni, anche loro morti per soffocamento. Tutte le vittime erano afroamericane. Wayne Williams è stato condannato per due degli omicidi, ma si sospetta che il killer abbia ucciso 23 delle 24 vittime anche se il suo coinvolgimento non è stato provato con certezza. Il profiler criminale John E. Douglas, su cui è plasmato il personaggio di Holden Ford, interpretato da Jonathan Groff, sostiene che il colpevole dei crimini non sia uno solo, ma è stato zittito dall'FBI per via dei suoi commenti scettici fatti dopo l'arresto di Williams. A oggi Williams continua a proclamarsi innocente.
In una recente intervista sul podcast di KCRW, The Treatment, David Fincher, che è produttore di Mindhunter, ha dichiarato: "Probabilmente si potrebbero fare tre stagioni sul caso degli omicidi di Atlanta. La storia è travolgente e tragica. Non riusciremo mai a rendere giustizia alle vittime con le nostre 9 ore di racconto".
Fincher ha anche confermato il coinvolgimento, nei 9 nuovi episodi, di Andrew Dominik alla regia. Per quanto riguarda l'unità di scienza comportamentale dell'FBI, alla cui nascita abbiamo assistito nel corso della stagione 1, e il suo argomento di ricerca, assisteremo alla sua "espansione", non solo all'interno dell'ente investigativo ma anche nei discorsi dell'opinione pubblica, in cui comincerà a farsi sempre più presente la curiosità per i casi di cronaca e per la psicologia criminale.
Sarà così per dovere di esattezza storica e per una precisa volontà di Fincher che ha sfruttato, in questo, la sua esperienza e i suoi ricordi da cittadino americano: "Negli anni '70 si è assistito davvero a quella che non so se sia giusto chiamare epidemia o piuttosto la presa di coscienza che qualcosa ci stesse sfuggendo di mano. La transizione? C'è stata con David Berkowitz, il famoso Figlio di Sam. Quando ho lasciato la Bay Area con la mia famiglia a metà degli anni '70 e mi sono trasferito in Oregon, nessuno parlava del serial killer Zodiac. A nessuno importava al di fuori della Bay Area. Ma poi è arrivato il Figlio di Sam, sono arrivate le copertine di Time e del Newsweek, e tutti hanno preso coscienza del pericolo".