Millie Bobby Brown è pronta a dire addio a Stranger Things una volta per tutte anche perché la serie le starebbe impedendo di realizzare i progetti che la appassionano realmente. La giovane attrice ha rivelato a Glamour che non sentirà nostalgia dello show che le ha regalato il successo adesso che si avvia verso la conclusione con la quinta e ultima stagione.
Le riprese degli ultimi episodi di Stranger Things prenderanno il via non appena si concluderà lo sciopero degli attori e con la fine della serie Millie Bobby Brown dirà addio una volta per tutte alla sua infanzia.
"Quando sei pronto, dici, 'Va bene, facciamolo. Affrontiamo quest'ultimo anno da senior. Usciamo di qui. Stranger Things richiede molto tempo per girare e mi impedisce di creare storie che mi appassionino. Quindi sono pronta a dire 'Grazie e arrivederci'" ha spiegato l'attrice inglese.
Brown ha osservato come interpretare Undici in Stranger Things le abbia fornito "gli strumenti e le risorse per essere un'attrice migliore", aggiungendo: "Quando finirà, potrò ancora vedere queste persone".
"Quando da piccola gli adulti mi davano della stupida"
Uno dei principali progetti post-Stranger Things, per Millie Bobby Brown, è The Electric State, film post-apocalittico dei Fratelli Russo con Chris Pratt.
"Essere in grado di confrontarsi con Chris Pratt!" ha esclamato l'attrice rivolta a Glamour. "È un'opportunità davvero entusiasmante che non avrei mai pensato di poter avere, poter essere trattata come lui ed essere guardata e rispettata come lui sul set dalla produzione, dallo studio."
Un bel salto da quando, appena tredicenne, ha dovuto affrontare lo snobismo degli adulti durante i tour promozionali di Stranger Things, dove veniva spesso criticata per parlare sopra i co-protagonisti nelle interviste e per aver "cercato di rubare loro la scena", ricorda, rivelando che gli adulti la definivano spesso "un'idiota", "stupida" e "una mocciosa".
"Siamo bambini, ci parliamo sopra", ha detto Brown. "Sono stata penalizzata per aver parlato troppo, per aver condiviso troppo e per essere stata troppo confusionaria. È difficile sentirlo a 13 anni. La reazione è 'Non voglio parlare mai più. Non voglio fare confusione... Nelle interviste non potevo fare a meno di pensare a tutti i commenti. Quindi stavo in silenzio e rispondevo solo quando mi parlavano, anche se non vedevo l'ora di unirmi alla conversazione. Sentivo che non era il mio turno".