Milena Canonero: "Wes Anderson? Un maniaco del controllo. Kubrick? Un’occhiata ai costumi e andava bene”

La costumista quattro volte premio Oscar, giunta al Locarno Film Festival per ritirare il Vision Award 2025, ha svelato qualche aneddoto sui registi con cui ha collaborato.

Milena Canonero a Locarno 2025

Elegantissima in bianco, ma con un tocco di creatività (un paio di Converse, bianche anch'esse), Milena Canonero è approdata a Locarno 2025 per ritirare il Vision Award che celebra la sua carriera. Quattro volte premio Oscar, collaboratrice prediletta di Kubrick e Coppola, ma anche di Warren Beatty e, più di recente, Wes Anderson, la costumista ha fatto la storia del cinema coi suoi incredibili lavori. D'altronde con un biglietto di presentazione come Arancia meccanica, a cui è seguita una nuova collaborazione per Barry Lindon, non potevamo aspettarci niente di diverso.

"Nelle mie vene scorre sangue italiano, ma quello che ho imparato l'ho appreso in Inghilterra, a cui devo tutto. L'incontro con Kubrick è avvenuto grazie al mio fidanzato dell'epoca, che conosceva anche Hugh Hudson, per cui ho firmato i costumi di Momenti di gloria" ricorda la costumista. "Il mio primo costume per un film, un corto di Hugh girato in Sicilia, sono stati i miei jeans. SU quel set ho fatto tutto, anche contrattare con la mafia per le location, A consigliare Kubrick a chiamarmi per i costumi di Arancia meccanica è stata la moglie Christiane, anche lei conosciuta tramite il mio fidanzato. Quella è stata l'esperienza più bella della mia vita. Kubrick voleva fare film minimalista con un piccolo budget e pochi collaboratori".

Milena Canonero
Milena Canonero parla del suo lavoro di costumista

Dalla "violenza" di Kubrick alle follie di Coppola

Canonero ricorda le polemiche che hanno accompagnato l'uscita di Arancia Meccanica, accusato di eccesso di violenza: "Kubrick girava molto lentamente e gli attori erano meravigliosi. Il look dei drudi non voleva diventare di moda, non era quella la nostra intenzione. La gente si è sentita offesa da un film che in realtà era di una moralità incredibile e non proponeva la violenza gratuita come Cane di paglia di Sam Peckinpah".

James Marcus, Michael Tarn, Malcolm McDowell e Warren Clarke e  in una scena di ARANCIA MECCANICA
Il look dei Drughi di Arancia meccanica

La collaborazione con Kubrick è proseguita poi con Barry Lyndon, film d'epoca che ha richiesto un notevole sforzo. "Per fortuna avevo studiato la storia dell'arte e del costume. Sapevo cucire, ma la mole di lavoro era incredibile, il copione era lunghissimo, allora ho detto no. Ho chiesto di fare l'assistente speciale. Kubrick ha accettato e ha chiamato altri costumisti, ma non ha funzionato".

Dopo Kubrick è stata la volta di Francis Ford Coppola, che Milena Canonero ha conosciuto per Cotton Club. "Non avevamo un copione, Francis riscriveva man mano che andavamo avanti. La collaborazione è stata talmente positiva che mi ha voluto in molti suoi film fino a Megalopolis, progetto che provava a realizzare da almeno 20 anni. Ha finanziato il film personalmente, facendosi carico di una responsabilità enorme".

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L'incontro con Wes Anderson

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I personaggi di Grand Budapest Hotel

Dal passato al presente, Milena Canonero ha rievocato la fruttuosa collaborazione con Wes Anderson, descrivendolo un maniaco del controllo. "Mi ha contattato su consiglio di Roman Coppola, che conosco molto bene. Risiedeva allo Chateau Marmont, aveva un tavolo pieno di libri e dvd di vecchi film. È stato così amichevole, mi ha parlato de Le avventure acquatiche di Steve Zissou ed è così che è nata la nostra collaborazione".

Collaborazione talmente fruttuosa da garantire alla costumista il quarto Oscar per i costumi di Grand Budapest Hotel. "Un film richiede almeno dodici settimane di preparazione" spiega lei. "Avevo chiaro quello che non volevo fare. Wes è molto coinvolto nella creazione del look e negli oggetti di scena mentre Kubrick delegava. Wes controlla tutto, Kubrick non diceva quasi niente sui costumi, diceva una parola, li vedeva una volta e poi dava il via libero".

Parlando delle colorate livree di Grand Budapest Hotel, Canonero spiega: "Ne avevo fin sopra i capelli delle solite uniformi da hotel, ho trovato una stoffa viola che mi è piaciuta molto, l'ho fatta vedere a Wes e lui è sobbalzato sulla sedia. Non sapevo che volesse fare questo hotel rosa, non fornisce molte informazioni prima delle riprese. Per il personaggio di Tilda Swinton ho pensato a Klimt, seguendo le indicazioni del copione, e Fendi ha creato per noi incredibili pellicce".