"Mia Martini porta sfortuna": come iniziò tutto, tra incidenti e vendette

Mia Martini è stata perseguitata per tutta la sua carriera dalla nomea di porta sfortuna, vediamo come nasce questa maldicenza e chi l'ha alimentata.

La vita e la carriera di Mia Martini furono rovinate da una terribile maldicenza: nel mondo dello spettacolo iniziò a girare la voce che la cantante portasse sfortuna, una storia che la distrusse psicologicamente convincendola nel 1983 a ritirarsi temporaneamente dalle scene. Vediamo come nacque questa legenda e chi l'alimentò.

Il mondo dello spettacolo vive di superstizioni, ma le voci sulla fama di porta sfortuna di Mia Martini oltrepassarono ogni limite sfociando nella persecuzione. "Tutto é cominciato nel 1970 - a raccontarlo fu la stessa Mimì al settimanle Epoca - Allora cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Taddeu, un impresario soprannomicato "Ciccio Piper" perché frequentava il famoso locale romano, mi propose una esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. "Ciccio Piper" ne approfittò subito per appiccicarmi l'etichetta di "porta jella". Una vendetta meschina che marchiò la cantante per tutta la vita.

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Mia Martini in una foto degli anni '70

Alcuni episodi sono stati raccontati da Mia Martini nella stessa intervista. Nel 1973 alla Mostra della canzone, l'hotel dove alloggia Mia Martini prende fuoco, nessuno lo dice ma tutti pensano a lei. Nel 1983 in un incidente automobilistico muore l'impresario Pierluigi Premoli, lei resta ferita. Mia Martini dichiarò: "All'inizio ridevo di questa fama, poi mi accorsi che non soltanto i nemici egli invidiosi, ma anche le persone che amavo si lasciavano condizionare da questa mia 'fama'". Tra le persone che la colpirono alle spalle ci fu l'amico Gianni Boncompagni: "Una volta fui ospite a DISCORING, lui era il regista. Appena entrai in studio sentii Boncompagni che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out".

Queste cattiverie la costrinsero a ritirarsi, nel silenzio più assoluto il nostro panorama artistico musicale, alla fine del 1983 rischiò di perdere una delle sue più eccezionali interpreti. Per capire quanta ignoranza e cattiveria si sia riversata su Mia Martini basta leggere una sua dichiarazione "La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C'era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch'io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all'assurdo, per cui decisi di ritirarmi".

Sanremo 1993 - Mia Martini e Loredana Bertè
Sanremo 1993 - Mia Martini e Loredana Bertè

In passato Loredana Bertè ha accusato Donatella Rettore di aver diffamato la sorella. Riferimenti, smentiti dall'interessata, ci sono stati anche nei confronti di Patty Pravo che a Sanremo avrebbe rifiutato il premio della critica intitolato alla Martini con una scusa: "Non ho spazio nel mio salotto". La stessa Mia Martini disse al al giornalista Gianfranco Moriondo di Gente: "Tra coloro che diedero risalto a questa menzogna secondo la quale io porti jella ci sono Fred Buongusto e Patty Pravo. Poi anche la Rai ci ha messo del suo, evitando di mandare in onda le mie canzoni. E dopo lo stesso lo hanno fatto anche i discografici, che rifiutavano i miei brani". Di recente Patty Pravo ha rigorosamente smentito queste dichiarazioni con un comunicato ufficiale.

Biagio Antonacci che collaborò con Mia Martini durante la preparazione di 'Liberatemi', il terzo album cantautore romano, disse "Certe persone che mi dissero allora di non lavorare con lei perché portava sfortuna (e furono tanti in quel periodo) alla fine la presero sui denti perché il disco vendette moltissimo alla faccia di quelli che oggi non fanno più nemmeno i discografici".

In occasione dello speciale 'Mia Martini, dieci anni senza te', Renato Zero rivelò di aver dovuto addirittura firmare un contratto in cui si assumeva qualsiasi tipo di responsabilità in caso di incidenti che si sarebbero potuti verificare durante la performance della cantante all'Ariston, cosa smentita dall'organizzatore Adriano Aragozzini.

Pochi giorni dopo la morte di Mia Martini, Adriano Celentano scrisse sul Corriere della Sera: "Finalmente si è capito chi sono quelli che veramente portano jella: quelli del mondo dello spettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di questo mondo di merda, pieno di ipocrisia, deve avere qualche rimorso: in fin dei conti hanno contribuito non poco ad accorciare la vita di Mia Martini. E non parlo solo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti, microfonisti, editori, arrangiatori e affini, che quando la vedevano si toccavano dando corso al barbarico rito degli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpreti d'Europa) l'unica cosa che chiedeva ai falsi dello spettacolo era solo un po' di affetto"