Si apre un nuovo capitolo, per la MGM, un capitolo doloroso, ma necessario che porterà la leggendaria major cinematografica alla riorganizzazione, guidata dai boss della Spyglass, Gary Barber e Roger Birnbaum per evitare il tracollo definitivo. Schiacciata da debiti per 4 miliardi di dollari, una situazione che viene attribuita agli errori commessi da Harry Sloan, che la scorsa estate è stato rimosso dal suo ruolo di amministratore delegato, la MGM non ha potuto fare altro che ricorrere alla bancarotta pilotata stipulata tramite un atto chiamato Chapter 11, tramite il quale la società potrebbe uscire dalla grave crisi finanziaria in cui versa, trovando quindi il modo per mettere in cantiere produzioni di sicuro successo - tra cui la saga di James Bond, e in parte i due capitoli di The Hobbit - che potrebbero riportarla alla stabilità.
La MGM è il risultato della fusione, avvenuta nella prima metà degli anni '20, di tre studios cinematografici: la Metro Pictures, la Goldwin Pictures Corporation e la Louis B. Mayer Pictures. Nei mesi scorsi lo studio era stato messo in vendita, ma il prezzo proposto da alcuni compratori non era sufficiente a coprire i debiti.