MedFilm Festival 2014: trionfa Stratos

In grazia di Dio di Edoardo Winspeare conquista il premio del pubblico e il premio come miglior espressione artistica.

Il MedFilm Festival ha festeggiato i suoi 20 anni di attività con un programma ricco ed intenso, arricchito dalla presenza di prestigiosi ospiti che hanno aderito con entusiasmo al progetto culturale del festival stabilendo di volta in volta contatti profondi con il pubblico, dando testimonianza diretta del variegato contesto culturale e politico che rende unica l'area Euro-Mediterranea. Il Festival si è tenuto presso le prestigiose sedi del Museo MAXXI e della Casa del Cinema, una GRANDE FESTA DELLE CULTURE che ha riunito i protagonisti storici del MedFilm, la più antica manifestazione internazionale di Cinema di Roma, la prima in Italia dedicata alle cinematografie del Mediterraneo e al Dialogo tra i paesi delle due sponde attraverso il Cinema, finestra aperta sul mondo per conoscere ed apprezzare le Diversità come un Valore.

Sono stati due i Premi alla Carriera conferiti dal festival. A Mario Martone che si è detto felice di ricevere il premio da un Festival di cui apprezza da sempre la qualità dei programmi e soprattutto l'obbiettivi di fondo ovvero il tenere accesa una luce sulle culture del Mediterraneo. Alla premiazione, cui hanno preso parte Iaia Forte che ha consegnato il Premio e Gianfranco Pannone che ha introdotto l'evento, è seguita la proiezione di Noi Credevamo, affresco sul Risorgimento realizzato in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia. Il secondo Premio alla Carriera è andato al regista francese Paul Vecchiali che, insieme alle importanti parole con cui ha ringraziato gli organizzatori, ha voluto dedicare il suo premio al compagno di una vita, l'attore Malik Saad.

Veniamo al premi ufficiali di questa edizione. La Giuria del Concorso Ufficiale composta da Dacia Maraini, Iaia Forte, Steve della Casa, Antonio Fasanella e Marco Simon Puccioni si è così espressa:

Premio AMORE E PSICHE 2014 a Stratos di Yannis Economides (Grecia) Un film che ricorda Camus per la capacità di raccontare un uomo che vorrebbe la pace ma finisce sempre in guerra, che non guida gli eventi ma se ne fa guidare, ribellandosi solo alla fine. La faccia ferma, nobile, dolorosa e drammatica del protagonista è la dote maggiore di un film che coinvolge e rimane nella memoria.

Stratos: Vangelis Mourikis in una scena
Stratos: Vangelis Mourikis in una scena

ESPRESSIONE ARTISTICA a In grazia di Dio di Edoardo Winspeare ( Italia) Un film che racconta con passione e partecipazione un esperimento di comunità quasi francescana. Una storia che coinvolge grazie soprattutto all'interpretazione delle protagoniste, che valorizza il lavoro degli altri che le circondano.

MENZIONE SPECIALE a Le Challat de Tunis di Kaouther Ben Hania (Tunisia) Allegoria e osservazione dei costumi, in un film ironico e graffiante che racconta come il maschilismo sia una componente importante di una vita quotidiana che è stata poi messa in discussione dai recenti sommovimenti sociali.

La Giuria del Concorso Documentari, composta da Valentina Carnelutti, Antonio Pettinelli e Franco Arminio, ha assegnato il Premio OPEN EYES a My Love Awaits Me By the Sea di Mais Darwazah (Giordania/Palestina) My Love Awaits Me By the Sea ha la capacità di mettere a fuoco con intelligenza e leggerezza una vicenda controversa e troppo spesso vittima di pregiudizi. Lascia lo spettatore libero di fruire della narrazione, del viaggio, dell'incontro con i personaggi avvicinandolo con sensibilità alle loro emozioni.

I RICONOSCIMENTI SPECIALI sono andati a:

Karpotrotter di Matjaz Ivanisin (Slovenia) Karpotrotter è bagnato in un gusto etnografico, ma l'adesione alla realtà lascia spazio a una pacatissima dimensione onirica. La prolungata attenzione ai luoghi e alle persone produce nello spettatore una felice riattivazione dello sguardo.

Sobre la marxa di Jordi Moratò (Spagna) La scoperta di un uomo, un artista involontario, l'espressione della follia che si trasforma in arte e confronto dialettico con la realtà. Tutto questo in un linguaggio formale che coniuga materiali d'archivio, riprese originali, testo, in un approccio rispettoso verso un mondo parallelo al confine tra follia e arte.

I PREMI DELLE GIURIE POPOLARI

MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO al film In grazia di Dio di Edoardo Winspeare (Italia) Per aver coinvolto ed emozionato i giurati attraverso i temi trattati: quello dell'amore, per la propria terra e i suoi frutti, per i propri figli, per la propria dignità, e poi l'amore in tutte le sue sfumature, sensuale, tenero, giovane, maturo; per la visione magica della religione, vista come retaggio culturale più che come culto vero e proprio; per la scenografia naturale e il modo in cui è fotografato il paesaggio e la terra, il ritorno e l'attaccamento alle origini. La pellicola contempla la complessità delle relazioni umane attraverso la rappresentazione contraddittoria e dura dei rapporti familiari. Un film al femminile, aspro come sanno essere le terre che racconta, è una sinfonia di volti vissuti che per mezzo di un dialetto autentico trascinano lo spettatore direttamente nel racconto. Molto interessante lo sguardo antropologico del regista che riporta in superficie aspetti dimenticati e rappresenta il reale così com'è, accettandone la complessità invece di semplificarlo per renderlo comprensibile. In grazia di Dio è un ottimo esempio di cinema realista contemporaneo nonchè un buon film in assoluto.

In grazia di Dio: Edoardo Winspeare sorridente sul set del film
In grazia di Dio: Edoardo Winspeare sorridente sul set del film

RICONOSCIMENTO SPECIALE a Factory Girl di Mohamed Khan (Egitto) Il film ha riscontrato un giudizio positivo presso tutti i giurati, per la sensibilità verso le donne, e per la lievità di un racconto di emancipazione che riguarda ogni essere umano. Particolare riconoscimento va alla bravura della protagonista e alla scelta della colonna sonora.