Martin Scorsese: "Temevo di non uscire vivo dal lockdown"

Martin Scorsese ha condiviso le riflessioni e la sofferenza provocata dal lockdown e dalla pausa forzata dal lavoro di regista che tanto ama.

L'ansia che affligge il regista Martin Scorsese si è moltiplicata durante il lockdown imposto per far fronte all'emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus tanto che il regista temeva di non uscirne vivo.

Rumble - Il grande spirito del rock: Martin Scorsese in un'immagine del documentario
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Martin Scorsese ha raccontato la sofferenza provata durante il lockdown in una lunga intervista a La civiltà cattolica in cui rivela:

"L'ansia è andata crescendo, e con essa la consapevolezza che avrei potuto non uscirne vivo. Soffro di asma da tutta la vita, e questo virus a quanto pare attacca i polmoni più spesso che qualsiasi altra parte del corpo. Mi sono reso conto che avrei potuto davvero tirare il mio ultimo respiro in quella stanza della mia casa che era stata un rifugio e ora era diventata una specie di fortezza, e stavo iniziando a sentirla come la mia prigione. Mi sono ritrovato solo, nella mia stanza, a vivere da un respiro all'altro."

Martin Scorsese
Martin Scorsese sul set di Silence

Scorsese, che ha firmato opere intrise di una profonda riflessione sulla dimensione spirituale e religiosa (basti pensare a Silence o a L'ultima tentazione di Cristo, ha ammesso di essere stato colto di sorpresa e di essere impreparato a fermare il proprio lavoro e la propria vita per un periodo non bene determinato:

"A febbraio, quando mi sono reso conto che tutto si stava fermando - una pausa, si diceva - e che io e mia moglie avremmo dovuto metterci in quarantena e rimanere a casa per un periodo di tempo indefinito, l'ansia ha fatto la sua apparizione. Una nuova forma di ansia. L'ansia di non sapere nulla. Proprio nulla. Era tutto in sospeso, rinviato a non si sapeva quando, come in un sogno in cui corri a perdifiato, ma non arrivi mai alla meta. In una certa misura, è ancora così. Quando sarebbe finita? Quando saremmo stati in grado di uscire? Quando avremmo potuto vedere nostra figlia? E poi, quando avrei potuto girare il film che avevo pianificato con tanta cura? Presto? E in quali condizioni? Avremmo avuto problemi di location? Sarei riuscito a trovare il modo per lavorare con gli attori e la troupe?"

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Alla fine, per fortuna, Scorsese è riuscito a mettere nella giusta prospettiva il periodo di riposo forzato realizzando di non avere voce in capitolo su quanto stava accadendo:

"All'improvviso ho visto tutto da un punto di vista diverso, migliore. Sì, non sapevo ancora che cosa sarebbe successo, ma non lo sapeva nessuno. Avrei potuto ammalarmi e non lasciare mai più quella stanza, ma, se fosse accaduto, non avrei potuto farci niente. È divenuto tutto più semplice e ho provato un senso di sollievo. E questa consapevolezza mi ha riportato agli aspetti essenziali della mia vita".