Sarà la retrospettiva completa del regista, sceneggiatore e scrittore svedese Lukas Moodysson l'omaggio cinematografico internazionale della seconda edizione delle Giornate del Cinema Europeo che si terranno a Firenze dal 17 al 27 settembre presso il Cinema Stensen, Cinema Odeon, Istituto Universitario Europeo, Palazzo Vecchio, Deutsches Institut e Cinema Grotta di Sesto Fiorentino. La manifestazione presenterà 30 film europei con anteprime italiane oltre a tavole rotonde e ospiti internazionali. La kermesse è promossa dal Comune di Firenze, Ufficio Europe Direct - rappresentanza della Commissione Europea presso Palazzo Vecchio e dalla Fondazione Niels Stensen di Firenze. Il Comitato promotore della manifestazione raccoglie la Mediateca Regionale Toscana Film Commission, Controradio, il gruppo Bassilichi spa (main sponsor) e Gruppo Var&Sesa.
Al prezzo di 5 euro (costo dell'accredito per undici giorni di cinema) il Festival conferma Orizzonti Europei, la selezione non competitiva internazionale al cui interno verranno presentati lungometraggi, fiction e documentari, come osservatorio sulle tematiche economiche, politiche e delle istanze socio-culturali che coinvolgono l'intero continente europeo; la sezione Ritorno a Firenze sarà dedicata al regista svedese Lukas Moodysson omaggiato con la retrospettiva completa. La novità di quest'anno è la sezione Berlino 20 anni dopo, il focus dedicato alla città di Berlino a vent'anni dalla caduta del muro che si inserisce in una serie d'iniziative più ampie promosse da Regione Toscana, Festival dei Popoli, Università di Firenze, Fondazione Stensen, Museo Pecci, Goethe Institut di Roma e Mediateca Regionale Toscana Film Commission.
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Le Sezioni (Orizzonti Europei, Berlino vent'anni dopo, Ritorno a Firenze)
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Il viaggio cinematografico si sposta sulle isole britanniche: Hunger, opera prima dell'artista Steve McQueen, che rappresenta la Gran Bretagna alla Biennale d'arte contemporanea di quest'anno, ripercorre le ultime sei settimane di Bobby Sands, l'eroe più amato e citato dell'irredentismo nordirlandese. Somers Town, invece, è l'ultimo film del regista Shane Meadows (evento in collaborazione con Lucca Film Festival), girato in bianco e nero, racconta la storia di due giovani che s'incontrano in una Londra malinconica uniti dall'amicizia e dall'amore per la stessa ragazza. Tra biopic e mockumentary sarà omaggiato Jean Claude Van Damme con il film JCVD, ritorno nel natio Belgio dove tra una rapina alla posta e qualche problema familiare di troppo la star farà i conti, con molta autoironia, con la propria vita. Sempre nella zona fiamminga La Merditude des Choses di Félix van Groeningen narra la storia del piccolo Gunther, cresciuto da una nonna affettuosa con un padre alcolizzato e tre zii attaccabrighe e incorreggibili in un paese miserrimo della provincia fiamminga. Presentato a Cannes 2009, è diventato un caso che ha incuriosito stampa e pubblico non solo per il titolo, ma anche per il manifesto del film che ritrae quattro uomini nudi, di spalle, in bicicletta (nel film uno degli hobbies degli amici di Gunther). Infine omaggio al grande regista Andrzej Waida: verrà proiettato il discusso Katyn - sul massacro di 20.000 ufficiali e soldati polacchi per ordine di Stalin (durante la 2° guerra mondiale) - e il commovente dietro le quinte Andrzej Wajda: Let's shoot!, un documentario che ripercorre il lavoro sul set di Katyn, i dubbi, la concentrazione e la commozione del regista stesso in uno dei suoi film più personali.
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Ritorno a Firenze è la sezione dedicata al regista svedese Lukas Moodysson che verrà onorato dalla retrospettiva completa (9 i titoli e prima in Italia) e sarà presente a Firenze a conclusione del Festival per la prima italiana del suo ultimo film, Mammoth con Gael Garcia Bernal e Michelle Williams. La retrospettiva è un'occasione imperdibile per scoprire anche le pellicole meno note e più radicali di un regista che in soli dieci anni, dopo il fortunato esordio di Fuking Amal (1998), ha saputo imporsi alla ribalda del cinema mondiale. La carriera di Moodysson apparirà così in tutta la sua complessità come il percorso di un autore che non si accontenta mai del proprio lavoro e che di film in film ha portato avanti un discorso coerente e coraggioso sui temi dell'identità personale e del condizionamento sociale nella contemporaneità.