Luca Ward: "Le critiche contro il doppiaggio italiano? Sono fatte per ignoranza"

Il doppiatore e attore italiano Luca Ward ha dichiarato che le critiche che spesso vengono rivolte contro il doppiaggio italiano nascono semplicemente dall'ignoranza.

Luca Ward ha commentato le critiche rivolte contro il doppiaggio italiano, spiegando quanto i giudizi, spesso e volentieri, siano semplicemente scaturiti dall'ignoranza.

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Venezia 2019: Luca Ward sul red carpet di apertura

In queste settimane Luca Ward è impegnato con la promozione de Il talento di essere nessuno, l'autobiografia nella quale racconta la sua vita sia sul piano professionale che su quello privato. Il doppiatore e attore italiano ha quindi rilasciato un'intervista a Il Giornale, durante la quale ha parlato della sua carriera e di alcune delle sue esperienze più celebri, come quella che lo ha visto prestare la voce a Russell Crowe ne Il gladiatore. Ward ha quindi spiegato come il doppiaggio italiano sia stato un protagonista decisivo nel caso del kolossal di Ridley Scott, poiché l'iconica frase "Al mio segnale, scatenate l'inferno" non era prevista nella sceneggiatura. A modificarla fu infatti Fiamma Izzo, responsabile del doppiaggio, la quale cambiò la versione originale che era "Al mio segnale, scatenate i cani".

Dopo aver raccontato questo aneddoto, Luca Ward ne ha approfittato per spiegare il motivo per il quale, secondo lui, la gente arriva spesso a criticare i doppiatori italiani. "Succede per ignoranza", ha detto l'attore italiano, aggiungendo: "Il cinema italiano è diventato grande proprio grazie al doppiaggio". Ward ha quindi richiamato alla mente Sergio Leone e ciò che il maestro era solito fare una volta entrato in sala di doppiaggio: "Quando entrava in sala, Sergio Leone diceva 'Adesso cominciamo a fare il film'".

Insomma, Luca Ward ci tiene a difendere la categoria dei doppiatori italiani, della quale lui è uno dei rappresentanti più celebri e amati. Ci mette sempre passione e non a caso nella sua autobiografia si legge: "Non si doppia solo con la voce ma anche con il cuore, con la testa e con la vita". Proprio a proposito di questa frase, Ward ha dichiarato: "Ho sentito la mia voce campionata, più o meno ci siamo. Ma una macchina, per quanto perfetta, dentro non ha niente, la vita non ce l'ha. E il cinema senza la vita è morto".