Tim Miller, una delle menti dietro Love, Death & Robots, riflette sul potenziale dell'intelligenza artificiale nell'animazione. Tra entusiasmo e timori, il regista di Deadpool auspica un uso etico dell'A.I. che possa alleggerire il carico degli artisti senza sostituirli. Una visione che accende il dibattito su creatività e tecnologia, soprattutto nel panorama post-sciopero di Hollywood.
Tim Miller e l'intelligenza artificiale: paura e fascinazione dietro le quinte di Love, Death + Robots
Tim Miller, regista di Deadpool e anima pulsante di Love, Death & Robots, è tornato a far parlare di sé non solo per l'uscita della quarta e nuova stagione della serie Netflix, ma per un tema che attraversa trasversalmente tutta Hollywood: l'intelligenza artificiale. Intervistato da Comicbook.com, Miller ha affrontato la questione con un'onestà spiazzante: "Come molti nel settore, sono allo stesso tempo terrorizzato e affascinato dall'A.I. Ma, si capisce già dal mio amore per la fantascienza che sono profondamente incuriosito dal futuro e dalla tecnologia... non sono certo un luddista". La sua dichiarazione fotografa bene il paradosso del nostro tempo: quello di chi crea e sogna mondi digitali, ma teme che questi possano un giorno sostituirlo.

Miller, che ha iniziato come illustratore freelance e oggi guida la Blur Studios, non immagina un futuro senza artisti, ma piuttosto un'epoca in cui l'intelligenza artificiale diventi uno strumento per liberarli dalle incombenze più ripetitive. "Non voglio rimpiazzare gli artisti nel processo creativo. Voglio potenziarli, così da poter realizzare molte più cose", ha sottolineato. Il punto non è dunque l'estinzione dell'autore, ma la sua evoluzione.
Per lui, l'uso responsabile dell'A.I. potrebbe abbattere i costi proibitivi che oggi impediscono di raccontare storie ambiziose: "Non dovrebbe servire un budget da 100 milioni per fare un film visivamente splendido. Eppure, a volte serve. E ci sono storie che adoro, ma che oggi non posso permettermi di realizzare". La riflessione di Miller si inserisce in un dibattito ancora acceso nell'industria, reduce dai lunghi scioperi degli sceneggiatori e attori del 2023, durante i quali la regolamentazione dell'A.I. è stata uno dei nodi centrali. In un clima dove molti temono l'uso improprio della tecnologia, Miller rappresenta una voce lucida e rara: quella di un creativo che conosce le regole del gioco e, senza rinunciare alla prudenza, osa immaginare nuovi modi per giocare.