Gli autori di Lost, Damon Lindelof e Carlton Cuse, hanno avuto il merito di creare un ambiente magico per gli spettatori della serie di culto. Un po' meno magico per gli attori, secondo quanto traspare da un nuovo libro di Maureen Ryan, Burn It Down, Power, Complicity and A Call For Change in Hollywood, in cui gli autori vengono accusati di aver favorito un ambiente tossico e razzista.
In un estratto del libro pubblicato su Vanity Fair, Maureen Ryan intervista vari membri della troupe di Lost, in onda su ABC dal 2004 al 2010. Le varie testimonianze, inclusa quella della sceneggiatrice Monica Owusu-Breen, ricordano un ambiente pieno di bullismo e commenti inappropriati sulla razza.
"Tutto quello che volevo fare era scrivere alcuni episodi davvero fantastici di una serie fantastica. Era impossibile per quello staff", ha detto Monica Owusu-Breen, che ha lavorato alla terza stagione di Lost. "Non c'era modo di superare quella situazione. Parte del motivo stava nel fatto che a loro non piacevano davvero i loro personaggi di colore. Quando devi andare a casa e piangere per un'ora prima di poter vedere i tuoi figli perché devi eliminare tutto lo stress che hai trattenuto, dopo non scriverai niente di buono.
Quando gli è stato chiesto di rispondere alle accuse di bullismo e razzismo, Damon Lindelof si è difeso dichiarando a Maureen Ryan: "Il mio livello di fondamentale inesperienza come manager e boss mi ha fatto fallire nel ruolo di colui che avrebbe dovuto creare un clima stimolante a livello creativo, ma fornire sicurezza e conforto nel corso del processo" .
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Harold Perrineau denuncia la sua uscita di scena "frettolosa"
Di particolare interesse la testimonianza dell'attore Harold Perrineau, che interpretava Michael Dawson. Perrineau ha rivelato a Ryan di essere stato cancellato dallo show nella seconda stagione dopo aver espresso preoccupazione per l'arco narrativo del suo personaggio. L'attore era turbato dal modo in cui Michael sembrava non preoccuparsi di dove si trovasse suo figlio, Walt, dopo che il ragazzo era stato rapito dagli Altri nella seconda stagione.
"Non posso essere un'altra persona a cui non importa dei ragazzi neri scomparsi, anche nel contesto della finzione, giusto?" ha spiegato Perrineau. "Questo sta solo promuovendo la narrativa secondo cui a nessuno importa dei ragazzi neri, nemmeno ai padri neri".
L'attore ha riconosciuto che sarebbe stato difficile sollevare la questione con Lindelof e Cuse: "Ogni volta che parli di razza, tutti prendono fuoco: i loro capelli prendono fuoco e dicono, 'Non sono razzista!'. Devo giustificarmi, 'Solo perché sono nero non significa che ti sto chiamando razzista. Ti sto parlando dal mio punto di vista. Sono molto chiaro sul fatto che non sto cercando di scaricare il mio trauma su di te, ma sto cercando di parlarti di quello che sento. Quindi possiamo farlo? Possiamo semplicemente avere quella conversazione?'"
Diverse fonti hanno confermato a Maureen Ryan che, al momento dell'uscita di scena di Harold Perrineau, Damon Lindelof avrebbe dichiarato: "Mi ha chiamato razzista, quindi l'ho licenziato".
"Tutti hanno riso quando Lindelof ha detto questo" ha ricordato Owusu-Breen a Ryan. "C'era così tanta merda, e così tanta merda razzista, e giù risate. Era brutto. Ho pensato, 'Non so se lo percepiscono come uno scherzo o se lo pensano davvero'. Ma non è stato divertente. Ho lasciato la stanza pensando 'Una volta che avrete finito di sparlare delle persone di colore, tornerò".
Interpellato sull'incidente che ha coinvolto Harold Perrineau, Damon Lindelof ha detto: "Cosa posso dire? A parte il fatto che mi spezza il cuore che quella sia stata l'esperienza di Harold. Non ricordo di aver detto quelle parole. Ma ammetto che gli eventi che stai descrivendo sono accaduti 17 anni fa, e non so perché qualcuno dovrebbe inventarsi qualcosa su di me."
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La morte di Mr. Eko
Monica Owusu-Breen ha anche ricordato come lei e il suo compagno di sceneggiatura sono stati incaricati di uccidere Mr. Eko, interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje. L'attore voleva lasciare lo show e alla fine è stato ucciso dal Mostro di fumo nella terza stagione, anche se Carlton Cuse avrebbe desiderato un finale diverso:
"Carlton ha detto qualcosa del tipo, 'Voglio impiccarlo sull'albero più alto. Dio, se solo potessimo tagliargli il cazzo e ficcarglielo in gola' A quel punto ho detto, 'Potresti moderare le immagini del linciaggio, per non offendere?'. Ero furiosa".
Ma Carlton Cuse ha negato: "Non ho mai detto niente di simile. Questa conversazione non è mai avvenuta. Aggiungere questa bugia e suggerire che qualcuno sia stato licenziato a seguito di una dichiarazione che non ho mai fatto sono falsità. Queste dichiarazioni sono oltraggiose".