Lo strangolatore di Boston: la vera storia del killer al centro del film con Keira Knightley

Nell'indagine sullo strangolatore di Boston, Albert DeSalvo confessò i 13 omicidi, ma era lui il vero assassino?

Lo strangolatore di Boston: la vera storia del killer al centro del film con Keira Knightley

Da ieri è disponibile su Disney+ Lo strangolatore di Boston, film con Keira Knightley ispirato agli omicidi realmente accaduti a Boston dal 1962 al 1964. Scopriamo i dettagli sulla vera storia al centro del film.

Attenzione! Se non volete conoscere spoiler su Lo strangolatore di Boston non proseguite oltre nella lettura di questa news

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Lo strangolatore di Boston: Carrie Coon e Keira Knightley in una foto del film

Come rivela la nostra recensione de Lo strangolatore di Boston, il film confonde le acque sulla vera identità del serial killer di Boston. Al centro della storia troviamo Loretta McLaughlin (Keira Knightly), giornalista che seguito la vicenda dello strangolatore di Boston con la collega Jean Cole (Carrie Coon). McLaughlin, Cole e il dipartimento di polizia di Boston identificano diversi sospetti nel corso del film, che copre all'incirca dal 1962 al 1965.

Sia nel film che nella realtà, Albert DeSalvo (David Dastmalchian) confessò i 13 omicidi di Boston Strangler. Ma poiché non c'erano prove fisiche, DeSalvo non è mai stato condannato per gli omicidi, sebbene abbia scontato l'ergastolo per altri crimini. Alla fine dLo strangolatore di Boston, Loretta McLaughlin scrive un articolo suggerendo che DeSalvo potrebbe aver ucciso alcune delle donne, mentre altri uomini avrebbero ucciso le restanti vittime, lasciando il caso sostanzialmente aperto. Ma com'è andata davvero?

La vera identità dello strangolatore di Boston era ancora meno chiara nella realtà

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Lo strangolatore di Boston: Alessandro Nivola in una scena del film

Sebbene il film su Disney+ non dia una risposta definitiva sull'identità dell'assassino, cerca comunque di fornire qualche certezza. Sfortunatamente, la vita reale non funziona sempre in questo modo e il mistero dello strangolatore di Boston è ancora più strano e ambiguo nella vita reale. Come visto nel film, c'erano incongruenze nella confessione di DeSalvo, il che lascia intendere che potrebbe aver rilasciato una falsa confessione. In più in seguito ha ritrattato completamente la sua confessione.

A confondere ulteriormente le acque è il fatto che il modus operandi dello strangolatore di Boston sembra essere cambiato nel corso della follia omicida. Le prime vittime erano tutte anziane, mentre all'improvviso vengono rinvenute giovani. E mentre la maggior parte delle vittime aveva le calze legate al collo, alcune non le avevano. Ci sono stati anche omicidi simili in altre città e stati.

Per 50 anni non sono emerse prove che collegassero un killer specifico a nessuno degli omicidi. Come afferma il film alla fine, l'analisi del DNA nel 2013 ha finalmente collegato DeSalvo all'ultimo omicidio di Boston, quello di Mary Anne Sullivan. Il suo caso è ora ufficialmente chiuso e DeSalvo, ucciso lui stesso nel 1973, è considerato l'assassino di Sullivan, ma 12 casi rimangono aperti.

La teoria degli assassini multipli

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Lo strangolatore di Boston: una foto del film

ScreenRant appoggia la teoria contenuta nel film con Keira Knightley secondo cui gli assassini sarebbero stati più di uno. La pellicola suggerisce che i primi omicidi di donne single anziane potrebbero essere stati commessi da un uomo che ha ucciso solo le donne anziane, mentre DeSalvo avrebbe potuto essere un killer imitatore che prendeva di mira giovani donne. Altri omicidi potrebbero essere stati commessi da Daniel Marsh, uno dei compagni di detenzione di DeSalvo che presumibilmente lo ha istruito sulla sua confessione. Singoli omicidi potrebbero essere stati commessi da ex fidanzati, membri della famiglia o estranei che hanno scelto di imitare lo strangolatore per coprire le loro tracce.

Lo strangolatore di Boston fornisce una spiegazione per le incongruenze nella storia di DeSalvo, il modus operandi dell'assassino che sembra cambiare e il fatto che vari sospetti fossero in prigione durante alcuni degli omicidi. Questa teoria si basa sull'idea che più assassini fossero a conoscenza delle calze di seta legate intorno al collo della maggior parte della vittime e che scegliessero di copiare quel biglietto da visita. Ironia della sorte, senza gli articoli di Loretta McLaughlin, questo dettaglio forse non sarebbe mai venuto alla luce. L'identità del vero assassino o dei veri assassini, probabilmente, non sarà mai conosciuta, ma l'ipotesi finale del film sembra aderire alla teoria più probabile.