Il controverso discorso di accettazione di Jonathan Glazer alla cerimonia degli Oscar è stato già oggetto di critiche, l'ultima delle quali arriva da László Nemes, secondo cui il regista de La zona d'interesse sarebbe venuto meno alle sue responsabilità.
Il regista britannico aveva fatto dei paralleli tra l'ambientazione dell'Olocausto in nel suo film e l'attuale conflitto a Gaza. È stato difficile decifrare esattamente cosa intendesse, e alcuni hanno sostenuto che avesse accennato a confutare la propria educazione ebraica sul palco.
È possibile che Glazer non abbia scelto le parole giuste per esprimere ciò che intendeva dire, si vedevano le sue mani tremare mentre sul palco leggeva un foglio, ma le sue parole lo hanno portato a essere definito un "ebreo che odia se stesso". Altri sostengono che abbia "strumentalizzato l'olocausto" per ottenere un vantaggio politico.
Non ha aiutato il fatto che Glazer abbia saltato il backstage della sala stampa dopo la vittoria, cosa che la maggior parte dei vincitori non fa, e non ha rilasciato interviste per chiarire cosa intendesse dire nel suo discorso. Naturalmente, data la natura tumultuosa del conflitto mediorientale, la questione ha suscitato un gran numero di opinioni, a destra e a sinistra. Su queste pagine potete leggere la recensione de La zona d'interesse.
La versione di László
Il regista ungherese László Nemes, che ha vinto l'Oscar 2016 nella stessa categoria per il suo magistrale Il figlio di Saul, anch'esso ambientato ad Auschwitz, ha condannato il discorso di Glazer:
"Mi è piaciuto molto La zona d'interesse e penso che sia un film importante. Quando si fa un film come questo, c'è una responsabilità legata ad esso. Glazer ha chiaramente fallito nel misurare questa responsabilità, anche nei confronti della distruzione degli ebrei europei. Ed è stato spaventoso che l'élite del cinema lo abbia applaudito per questo".
La zona d'interesse: da oggi in 537 sale italiane il film di Jonathan Glazer, vincitore di due Oscar
L'amministratore delegato della Anti-Defamation League, Jonathan Greenblatt, ha scritto su X: "È davvero scoraggiante vedere qualcuno minimizzare letteralmente l'Olocausto mentre accetta un premio per un film che ha fatto... sull'Olocausto. Glazer parla del capire dove può portare la disumanizzazione, ma è cieco di fronte al fatto che è la disumanizzazione degli ebrei e degli israeliani da parte di Hamas che ha portato alla guerra attuale. Voglio essere chiaro: Israele non sta strumentalizzando l'ebraismo di nessuno. Sta difendendo il diritto all'esistenza di ogni ebreo".