Léa Seydoux è entrata nella storia come prima attrice, insieme alla sua co-protagonista de La vita di Adele, Adèle Exarchopoulos, a vincere la Palma d'Oro per la sua performance nella pellicola. La star francese, che quest'anno torna a Cannes con Crimes of the Future di David Cronenberg, ha affermato che la famosa scena di sesso lesbo di sette minuti ha richiesto più di 100 riprese e 10 giorni di girato al fine di ottenere una singola sequenza.
Quando le è stato chiesto, a quasi un decennio di distanza, se un coordinatore dell'intimità avrebbe potuto cambiare le dinamiche sul set, la Seydoux ha detto a The Hollywood Reporter: "No, sarebbe stato inutile. Era l'intero film, non solo le scene di sesso. Il modo in cui abbiamo girato quel film è stato pazzesco. Il regista è semplicemente matto."
Durante un'intervista di Variety di qualche anno fa, la star dichiarò: "Le riprese sono state dure, oppressive. Abbiamo potuto vedere il film solo a Cannes, scoprendo che era rimasto solo il 5 per cento di quanto avevamo girato. In nessun'altra professione si accetterebbe quel che abbiamo subìto: in Francia il regista è una superpotenza".
"A lui piace lavorare fino allo sfinimento e lo pretende anche dagli altri, senza rendersi conto che per tanti è dura lasciarsi completamente andare per ore", concluse Léa Seydoux. "Sul set, con tutte quelle scene di sesso così prolungate, ho davvero sofferto. Alle due di notte, dopo 14 ore di riprese filate, eravamo tutti crollati, ma lui era ancora più vispo che la mattina prima. Eravamo tentati di sciogliere un sonnifero nel suo bicchiere".