Kristen Stewart ha discusso del suo esordio dietro la macchina da presa evidenziando quanto bisogno ci sia di affrontare la realtà delle cose. "Le storie prescritte ci vengono sbattute in faccia e ficcate in gola", ha detto l'attrice durante un panel del Festival di Cannes.
Stewart si è soffermata in particolare sulle narrazioni dell'esperienza femminile, come quelle rappresentate nel suo debutto alla regia di The Chronology of Water, portato in anteprima a Cannes nella sezione Un Certain Regard questa settimana.
The Chronology of Water è stato adattato da Stewart e Andy Mingo dall'omonimo libro di memorie di Lidia Yuknavitch. Lidia (Imogen Poots) subisce traumi e abusi terribili, fin dall'infanzia, mentre la sorella maggiore Claudia (Thora Birch) è costretta ad andarsene da casa "per salvarsi la vita" e sfuggire al padre violento (Michael Epp).
Kristen Stewart contro le attuali norme della rappresentazione femminile

Stewart ha spiegato quanto fosse determinata a mostrare il viaggio di Lidia in tutta la sua crudezza e a presentare la sua storia in un modo che fosse radicato nella verità.

"Il motivo per cui ho voluto fare questo film è stato quello di stravolgere la forma, perché non si tratta di quello che è successo a Lidia Yuknavitch, ma di quello che succede a tutti noi e di come possiamo interiorizzare la violenza. So che sembra drammatico, ma è vero. È incredibilmente violento essere una donna".
L'attrice ha preso di mira le norme attuali accettate nella rappresentazione femminile sullo schermo: "Le immagini che consumiamo, le conversazioni che non sono permesse, il fatto che non possiamo dire alla gente quando sanguiniamo, come se fosse disgustoso o qualcosa del genere". La neo-regista ha sottolineato che aver impiegato otto anni per realizzare il film è "assurdo" e che raccontare questo tipo di storie in modo reale "dovrebbe essere normale".