Gloria italiana, ma anche un po' svizzera essendo nato a Catania, ma emigrato con la famiglia nel cantone tedesco quando aveva appena un anno, Pietro Scalia ha ripercorso la sua lunga carriera che gli ha fruttato il il Vision Award Ticinomoda 2023 da parte del Locarno Film Festival 2023. Tra gli aneddoti riportati, Scalia si è soffermato sulla lunga collaborazione con Oliver Stone che gli ha fruttato il suo primo Oscar per il montaggio di JFK nel 1992. Mentre saliva sul palco a ritirare l'Oscar, Scalia riferisce che Stone gli avrebbe chiesto di dire "qualcosa di bello sul suo conto".
Lo stesso montatore ironizza sulla personalità fiammeggiante di Oliver Stone, con cui ha iniziato a collaborare come secondo assistente al montaggio con Wall Street nel 1997. "Mi sono proposto al suo team l'anno precedente, ma mi hanno detto che stavano partendo per le Filippine per girare Platoon. Quando sono tornato l'anno successivo sono stato assunto ed è stata una vera palestra" ricorda Pietro Scalia. "Con Oliver ho un bel rapporto, ma non è una persona facile. Ha apprezzato la mia sincerità quando gli ho detto cosa non funzionava nel rapporto tra i personaggi di Michael Douglas e Charlie Sheen, lui era d'accordo con me. Dopo Wall Street, per Talk Radio sono diventato primo assistente. Stone non permetteva l'intervento dagli studio, non faceva vedere niente, aveva una mentalità molto militaresca".
Oliver Stone e JFK: un caso riaperto in doppia versione
Oliver Stone e il rapporto controverso con gli studios
Per JFK - un caso ancora aperto, Scalia è stato promosso a primo montatore. "Lavorare al progetto è stato un inferno vista la mole, è stata una corsa contro il tempo per un film di quell'entità. Quando sono arrivati agli Oscar ero logorato dallo stress. Oliver mi disse, 'A voi daranno il premio, quando vai sul palco dì qualcosa di buono su di me'". Il montatore ammette che in effetti, quando è salito sul palco per ritirare la statuetta, tutto lo stress è sparito: "Alla fine qualcosa di buono su Oliver l'ho detta. Ho esclamato: 'Lavorare con Oliver Stone è come fare la guerra, ma questa battaglia l'abbiamo vinta'".