James Gray: "Se ottieni il 100% su Rotten Tomatoes stai facendo per forza qualcosa di sbagliato"

Il discorso ai giovani laureati in cinema di James Gray punta il dito contro le produzioni commerciali e disimpegnate per ribadire il ruolo dell'artista.

Un primo piano del regista James Gray

Fresco giurato della Mostra del Cinema di Venezia 2024, che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre, James Gray non ha peli sulla lingua quando si tratta di riflettere sul suo mestiere e non risparmia una frecciatina contro Rotten Tomatoes e un certo tipo di critica.

Il regista nativo del Queens ha affrontato il tema della crisi della cultura in un discorso per i laureati della USC School of Cinema di 12 minuti in cui ha toccato temi chiave, dichiarando:

"Guardate il mondo e chiedetevi se guadagnare un sacco di soldi è la risposta. Come mai sembriamo così persi? Negli ultimi decenni la nostra forma d'arte non ha regalato al pubblico altro che intrattenimento. Abbiamo continuato a spingere per quel livello di disimpegno e ora il pubblico ha una sorta di diabete culturale. Quel che è peggio è che potrebbero addirittura esserne coscienti. Vedo sempre più persone che vogliono guardare video di gatti su Instagram invece di andare al cinema".

Gray ha aggiunto che la parola "franchising" era originariamente un termine usato per descrivere McDonalds e Burger King ed è poi stata estesa alle saghe cinematografiche denotandone la natura prettamente commerciale. Non manca una pesante critica a Hollywood, colpevole di aver dato al pubblico "ciò che vuole invece di ciò di cui ha bisogno. Quindi, vi prego, non siate gentili. Non abbiate paura di provocare e offendere. Non abbiate paura di essere antipatici. Se state ottenendo il 100% su Rotten Tomatoes, state facendo qualcosa di così sbagliato che non posso nemmeno dirvelo".

In difesa della purezza dell'arte

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Una foto di James Gray

Il messaggio veicolato da James Gray vuol ribadire che la migliore arte provoca, irrita e non sarà mai universalmente amata. Quando c'è un consenso universale su un dato film, forse è perché l'artista si è rifiutato di pensare fuori dagli schemi. Vedremo se il regista applicherà gli stessi criteri nella scelta dei vincitori del palmares nella giuria presieduta da Isabelle Huppert.

Nel frattempo, mette in guardia i cineasti in erba con le sue parole: "L'artista che è in te sarà costantemente attaccato. In alcuni posti verrai chiamato 'creatore di contenuti'. Ti verrà detto di rispettare i confini e gli spazi sicuri. Ti verrà detto di preoccuparti di Twitter, o penso che adesso si chiami X, o Tomatometers. Queste sono tutte armi puntate contro di te dal sistema. Il sistema che crede nel profitto, non nell'integrità né nell'eccellenza".