L'apparizione torinese ci ha regalato un James Franco diverso dal passato. L'attore sorridente e scanzonato ha lasciato il posto a un uomo posato, che riflette a lungo e soppesa a ogni parola. I problemi legali che hanno visto coinvolto l'attore e regista, causando una lunga battuta di arresto nella sua carriera, hanno lasciato il segno. Ma nel momento in cui Hollywood voltava le spalle al suo pupillo, l'ancora di salvezza è arrivata proprio dall'Italia.
"Ormai vengo in Italia tre o quattro volte l'anno a far visita ai miei amici, ho sempre amato i film italiani, fanno parte della mia formazione" ha rivelato James Franco. "Ho amato molto Gomorra e ho avuto l'opportunità di incontrare lo sceneggiatore, Maurizio Braucci così come Pietro Marcello. All'improvviso dal nulla mi è arrivata la sceneggiatura di Hey Joe di Claudio Giovannesi. L'ho letta e mi è sembrato un sogno che si avverava. Era perfetta, conteneva tutti gli ingredienti che volevo. Il protagonista è un americano che ha un legame forte con l'Italia. Abbiamo girato in Puglia, Napoli, Calabria. Ormai l'Italia è la mia seconda casa. Mi piacerebbe comprare una casa a Roma".
"Sono una persona ossessiva"
Dopo il film di Giovannesi, per James Franco è arrivato anche Squali, l'opera prima di Daniele Barbiero. L'attore sembra talmente a suo agio in Italia che si profila l'ipotesi di nuove collaborazioni, ma senza l'iperproduzione che ha caratterizzato la sua carriera prima dello stop causato dalle accuse di alcune studentesse di cinema. James Franco ha, infatti, girato 86 film da attore. senza contare le regie. "Ho sempre amato il cinema, per me ha significato tutto" ha confessato. "Sono una persona ossessiva e c'erano così tate storie che volevo raccontare, così sono tornato alla scuola di cinema per imparare la regia e la produzione. Sono ancora ossessionato dal cinema, ma invecchiando ho imparato che ci vuole equilibrio. L'Italia rappresenta un equilibrio tra fare film e godermi la vita".
L'esperienza di 127 ore
Oltre che per accompagnare la fidanzata Izabel Pakzad, che ha presentato a Torino il suo primo film da regista, Find Your Friends, al festival James Franco ha introdotto la proiezione di 127 ore, film di Danny Boyle che gli ha fruttato la sua unica nomination all'Oscar come miglior attore. "Si tratta di una storia vera, parla di un personaggio bloccato in un canyon nello Utah" ha detto. "La lavorazione del film è molto inusuale. Il 90% del film mostra un attore solo con la mano incastrata tra le rocce".
La star ha rivelato che da tempo Danny Boyle cullava l'idea di raccontare la storia di un uomo intrappolato. Prima di questo film aveva un'altra sceneggiatura su un ostaggio legato a un termosifone. Poi il progetto è stato cancellato per motivi tecnici. "In seguito Danny ha letto il libro e ha deciso di farne un film".
Potete leggere la nostra recensione di 127 ore. Come ha ricordato James Franco, la lavorazione del film è stata incredibilmente impegnativa. "Ero allenato, ma non sono uno scalatore come il mio personaggio" ha spiegato l'attore. "Anche se di fatto non scala niente perché è bloccato nel canyon. Mentre giravamo Danny mi ha detto 'comportati come faresti nella vita in una situazione simile, cerca di liberarti'. Lui girava senza mai dare lo stop. Alla fine il take è durato 25 minuti".
Per quanto riguarda la nomination all'Oscar, Franco ha concluso ammettendo quanto abbia contato all'epoca il riconoscimento: "A quel punto pensavo che avrei realizzato tutti i miei sogni. Non è stato proprio così".