La data di uscita scelta per Il Traditore, a 27 anni dalla strage di Capaci, non è piaciuta al figlio di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone: che ha scelto la bacheca di Piefrancesco Favino per esprimere il suo dissenso.
Il Traditore è il film che rievoca la figura di Tommaso Buscetta, il pentito che fu uno dei nomi più importanti nelle indagini su Cosa Nostra. Il film diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Pierfrancesco Favino nel ruolo principale, rievocherà anche le scene della strage di Capaci e uscirà nell'anniversario dell'attentato che costò la vita a Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Proprio il figlio di quest'ultimo, Giovanni Montinaro ha definito "offensiva" la scelta di far uscire il film nel giorno dell'anniversario della strage.
"Sinceramente, l'uscita nelle sale il 23 maggio è solo marketing" - ha scritto Montinaro - "da orfano di quella strage mi permetto di scrivere è decisamene offensivo." Montinaro ha poi chiuso l'intervento sottolineando di non avere nulla contro Favino: "Nulla di personale, da ignorante in materia la considero un attore fenomenale."
Pierfrancesco Favino a sua volta ha risposto a Giovanni Montinaro, rassicurandolo circa le intenzioni del film e della produzione: "Caro Giovanni credo di poterla rassicurare circa il desiderio, nella scelta della data, di omaggiare e ricordare quel giorno senza retorica e senza il desiderio di approfittare di un evento così tragico. Le assicuro anche che nel film non troverà niente che potrà farglielo pensare. La saluto con affetto e la ringrazio di avermi scritto."
Il traditore sarà presentato tra pochi giorni a Cannes 2019, unico film italiano in gara, e arriverà nelle nostre sale il 23 maggio, giorno scelto non a caso dalla 01 Distribution, in quanto anniversario della strage di Capaci (compiuta il 23 maggio 1992) in cui perse la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, il primo che convinse l'ex boss Tommaso Buscetta a collaborare con la giustizia, cambiando per sempre le sorti nel rapporto tra Stato e criminalità organizzata.