Il primo Re, il nuovo film di Matto Rovere, è appena approdato nelle sale italiane con una curiosa sorpresa per il suo pubblico: pur essendo un film italiano sarà accompagnato da sottotitoli. Il motivo? Da ricercare nella scelta singolare di non far parlare gli attori in italiano ma in proto-latino.
Che cos'è il proto-latino? È una lingua che assomiglia al latino classico ma è in realtà una lingua "ipotizzata" dai ricercatori dell'università La Sapienza, possibilmente molto vicina al latino parlato nella quotidianità intorno all'ottavo secolo a.C., come ha spiegato Filippo Gravino, co-sceneggiatore del film. Le prime testimonianze di latino arcaico risalgono al III secolo a.C., al tempo di Romolo e Remo, infatti, il Lazio era abitato dagli antenati degli antichi romani, popoli diversi per originaria provenienza e per idioma: l'ipotesi, dunque, è che l'incontro tra le popolazioni pre-indoeuropee (gli Etruschi, per esempio) e quelle indoeuropee (come gli Osci) abbia dato vita a una lingua particolare utilizzata per gli scambi quotidiani, che si sarebbe poi evoluta nel corso dei secoli.
Al centro della trama del film (trovate qui la nostra recensione de Il primo re) ci saranno i fratelli Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi), alle prese con un mondo antico e ostile. I due giovani sfideranno il volere implacabile degli Dei e dal loro sangue nascerà una città, Roma, destinata a diventare il più grande impero che la Storia ricordi. Data la particolare ambientazione storica, dunque, e per rispettare la propria volontà di essere il più realistici possibile, Matteo Rovere e la squadra di sceneggiatori hanno preferito affidare il copione a un gruppo di linguisti della prima università di Roma. Alla prima proposta, di volgere l'intera sceneggiatura nel latino imperiale, quello più aulico e moderno della prosa, ne è seguita una seconda: tradurre ogni battuta in proto-latino, una nuova lingua di cui gli studiosi conoscono la struttura, simile al latino che si fa studiare a scuola ma integrato con espressioni proprie degli osci e degli etruschi.
Ne Il primo re i dialoghi sono stati ridotti all'osso e di sicuro questo ha aiutato gli attori a memorizzare le battute di un copione che doveva quasi sembrare un compito di latino in classe: due colonne, una con il testo in italiano per capirne il senso, l'altra con quello da memorizzare in proto-latino. L'ispirazione? Per stessa ammissione degli addetti ai lavori è stato Mel Gibson e la sua scelta radicale di far recitare gli attori prima in aramaico - per La passione di Cristo - poi in maya yucateco - per Apocalypto. L'intento? Far vivere agli spettatori un'esperienza immersiva nelle atmosfere del film. Niente paura, però: naturalmente la versione originale de Il primo Re non può che essere accompagnata da sottotitoli in italiano.