Al Pacino, storico protagonista della trilogia de Il Padrino, commenta la scelta di Francis Ford Coppola di dare vita alla Director's Cut del terzo capitolo, uscito esattamente 30 anni fa, intitolata The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone.
Passano i decenni ma la bellezza ed il fascino dei film che compongono la trilogia de Il Padrino non vengono minimamente scalfiti dallo scorrere del tempo. L'opera di Francis Ford Coppola ha conquistato intere generazioni, scrivendo una pagina indelebile nella storia del cinema. Per aggiungere ulteriore lustro a quanto realizzato trent'anni fa, il regista e sceneggiatore americano ha firmato una Director's Cut completamente restaurata con un nuovo inizio ed una nuova fine del terzo capitolo della saga e, proprio a tal proposito, si è espresso Al Pacino, interprete principale dei film nel ruolo di Michael Corleone.
L'attore 80enne ha commentato a Usa Today la riedizione del film come se la vedesse attraverso gli occhi del suo personaggio. Raggiunto via telefono, Al Pacino ha ammesso di non essere stato sorpreso dalla scelta di Coppola di rimettersi in gioco a tre decenni di distanza. "Francis è sempre stato sperimentale. Non sono state necessarie nuove riprese. Ha preso quello che aveva, si è preso del tempo ed ha cambiato le cose. Ho pensato che lo abbia fatto in modo piuttosto intelligente", ha dichiarato il nove volte candidato all'Oscar che ha poi parlato nello specifico dell'inizio del film. Pacino all'epoca aveva 52 anni ed era truccato per interpretare un Michael sulla sessantina. The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone inizia con un incontro di lavoro in Vaticano, con Michael mentre negozia un accordo multimilionario con la Banca Vaticana e l'arcivescovo Gilday (Donal Donnelly).
"Questo altera in maniera netta le cose", dice Pacino. "L'asse del film cambia, perché ciò che spinge Michael è il bisogno di fuggire dal mondo che ha ereditato. Questa fuga è il tema centrale di tutto". Il senso di colpa a cui si allude nella sequenza iniziale originale, è quello che consuma Michael dopo che il fratello Fredo (John Cazale) è stato ucciso per ordine suo ne Il Padrino - Parte II. "La colpa è così sepolta", dice l'attore. "Ha giustificato tutto, e istintivamente continua ad andare avanti. In qualche modo. È strano. Porta con sé la distruzione che ha fatto parte di lui e della sua vita".
Il padre di Michael, Vito (interpretato prima da Marlon Brando e poi da Robert De Niro nei film) era più adatto a gestire il senso di colpa derivante dalla gestione della famiglia criminale. "Michael era un privilegiato da bambino e non capiva questo tipo di macchinazioni", dice Pacino che spiega poi quanto la morte di Mary Corleone, interpretata da Sofia Coppola, abbia avuto un impatto su Michael. "La morte di Michael Corleone" era il titolo che Coppola ha sempre voluto, ma è stato rifiutato dai Paramount Studios. Pacino crede che il cambiamento da Il Padrino - Parte III lo liberi finalmente dagli altri due film, dopo aver ricevuto critiche contrastanti. "Il Padrino I e II appartengono alla stessa estensione", dice l'attore. Mentre il terzo, in virtù dei temi della storia, "è il capitolo finale ma è anche un tipo diverso di film".
Con il nuovo montaggio, il film dona maggiore enfasi alla morte emotiva di Corleone, che coincide con il momento in cui Mary crolla sui gradini del teatro dopo essersi beccata il proiettile che era destinato a suo padre. La scena finale dell'originale, che mostra Michael sulla sedia a rotelle, anni dopo, ormai arresosi alla morte, è stata tagliata. "La morte è una metafora, perché nel film non muore, è la morte di un'idea, di una traiettoria e ovviamente il massimo per lui è la perdita di sua figlia. È un prezzo che avrebbe volentieri pagato con la sua vita. È molto triste."
L'attore ha visto il film appena montato con i co-protagonisti Talia Shire, George Hamilton e Diane Keaton in una recente proiezione. "È stato più commovente. Non sono sicuro che sia solo perché è un film che abbiamo fatto 30 anni fa, rifatto e presentato come nuovo, o se i cambiamenti lo hanno reso più emozionante. Ma la tragedia si mostra un po' più completamente in questa versione".