Il mondo del cinema unito contro la chiusura di Cinecittà Luce

Tante le voci che denunciano i tagli dissennati alla cultura operati dal governo che rischiano di mettere in ginocchio la più importante istituzione cinematografica italiana.

I tagli alla cultura inferti dal governo Berlusconi potrebbero mietere la più illustre delle vittime: Cinecittà Luce. Quello che il simbolo per eccellenza della cultura italiana cinematografica e internazionale potrebbe andare allo sfascio. A paventare l'ipotesi è il ministro - quasi dimissionario - Sandro Bondi il quale ha annunciato che, nel 2011, il contributo alla struttura non potrà superare gli 8 milioni di euro. L'amministratore delegato di Cinecittà Luciano Sovena conferma la gravità della situazione. A causa della scarsità di fondi l'archivio della memoria storica e culturale italiana potrebbe chiudere i battenti seguito a ruota, si teme, dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Lo sdegno serpeggia nel mondo politico e culturale. Da ogni parte si levano, sgomente, le voci di coloro che lanciano appelli per evitare la perdita di una delle eccellenze del nostro paese. "Sarebbe davvero un amaro paradosso se proprio mentre l'Italia festeggia il centocinquantesimo della sua nascita dovessimo assistere alla chiusura del più antico e prestigioso polo dell'industria della cultura e dello spettacolo rappresentato da Cinecittà-Luce" ha dichiarato Walter Veltroni, seguito a ruota dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il quale dichiara: "Cinecittà rappresenta da moltissimi anni un patrimonio di inestimabile valore non solo per Roma, ma per tutto il nostro Paese. La sua chiusura sarebbe quindi un oltraggio al mondo della cultura e un vero e proprio atto delittuoso, che provocherebbe danni irreparabili all'occupazione e allo sviluppo del settore cinematografico e in particolare del nostro territorio".

Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi diffondono una dichiarazione congiunta: "Leggiamo sui giornali della probabile chiusura di Cinecittà Luce. E' proprio una brutta notizia. Là dentro c'è tutta la nostra memoria, tutti i nostri sogni fabbricati per uomini svegli. Un archivio immenso, la nostra storia. Ma come si fa a chiudere la Storia?" dichiarano. Solidali con la protesta i registi Paolo Sorrentino, Ferzan Ozpetek e Andrea Molaioli, i produttori Nicola Giuliano e Francesca Cima e il maestro Bernardo Bertolucci.

A dimostrazione del fatto che il patrimonio di Cinecittà Luce non è solo italiano, ma è una ricchezza mondiale, ci pensano voci illustri che si levano dal panorama internazionale appellandosi per allontanare il pericolo della chiusura di Cinecittà. "Grazie a Cinecittà Luce abbiamo realizzato la rassegna di maggior successo dalla riapertura" dichiara in una nota Jytte Jensen, curatore del dipartimento Film del Museum of Modern Art di New York. "Non riusciamo a immaginare un'adeguata diffusione del cinema italiano senza la possibilità, per Cinecittà Luce, di lavorare in maniera consona ai propri standard. Solo per ricordare la nostra più recente collaborazione: la retrospettiva in copie nuove di tutti i film di Bernardo Bertolucci (che ha fatto seguito a quelle dedicate a Roberto Rossellini, Giuseppe De Santis, Paolo Virzì, Gianni Amelio e Ferzan Ozpetek) ha riportato

in vita il lavoro di uno dei più importanti autori contemporanei. E' stata acclamata dal pubblico e dalla critica di New York, facendo sì che essa divenisse la rassegna di più grande successo dalla riapertura del "nuovo" MoMA, e non avremmo mai potuto realizzarla senza Cinecittà Luce". Il sangue italiano che scorre nelle bene dell'attore e regista John Turturro lo spinge, infine, a dichiarare: "Lavorare con Cinecittà Luce per il mio Passione è stato un autentico privilegio. Il loro sostegno, l'energia, l'entusiasmo e la possibilità di accedere agli archivi sono stati essenziali alla creazione del mio film. Mi hanno aiutato a dare vita a un documentario che serve a promuovere la musica italiana e la città di Napoli mostrandone gli aspetti migliori. Il loro impegno per questioni non strettamente commerciali ma cruciali per l'anima del paese è decisivo. Le arti sono uno strumento di civiltà, ci aiutano a capire chi siamo e ci impediscono di ripetere i tragici errori del passato. Sono da poco diventato cittadino italiano e anche in questa veste vi prego di non chiudere questa importante istituzione e di non seppellire il suo archivio".