Questa sera Rai3 manderà in onda Gomorra New Edition, il final cut del film di Matteo Garrone che lo stesso regista ha scelto di realizzare per avvicinare le nuove generazioni alla sua opera più famosa.
Era il 2008 quando nelle sale usciva Gomorra, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo firmato da Roberto Saviano. A distanza di tredici anni, il film di Matteo Garrone si prepara ad essere trasmesso in TV in una nuova veste.
Un vero e proprio final cut di cui ha parlato lo stesso regista nella nostra intervista per promuoverne l'uscita e per spiegare cosa lo ha portato a firmare questa nuova edizione. "L'ho rivisto con mio figlio adolescente e mi chiedeva chiarimenti, era spiazzato e non capiva di cosa si trattava", ha spiegato Garrone questa settimana, aggiungendo: "Da lì è nata l'idea di rimetterci mano, per un nuovo pubblico e per chi ha visto soltanto la serie TV".
Gomorra, Matteo Garrone presenta la nuova edizione: "Il film non è invecchiato nemmeno di un giorno"
Il riferimento di Matteo Garrone è ovviamente alla serie ideata da Roberto Saviano e diretta, tra gli altri, da Stefano Sollima e Francesca Comencini. Lo show con Marco D'Amore e Salvatore Esposito ha ottenuto un grande successo a livello internazionale ed ha portato tantissimi giovani a conoscere personaggi come Genny Savastano, Scianel Magliocca e Ciro Di Marzio, mentre non tutti conoscono le storie del sarto Pasquale, del piccolo Totò o del contabile della camorra Ciro, tra i protagonisti del film di Garrone. Ed è proprio per loro che il regista romano ha rimesso mano al suo lavoro.
"Ci ho lavorato, ho inserito dei cartelli all'inizio, ho messo inquadrature delle Vele di Scampia, di Villaggio Coppola, dell'area del vesuviano, delle ruspe con i rifiuti tossici, rimontato alcune scene, operato dei tagli. L'ho accorciato di circa dieci minuti", ha dichiarato Garrone, che però ci tiene a sottolineare quanto il film sia ancora attuale. "Mi sembra non sia invecchiato di un giorno", ha dichiarato il regista, aggiungendo: "Questo perché Gomorra non è solo il racconto della criminalità nel napoletano ma tocca temi universali. L'infanzia violata su tutti. Una meta-realtà che va oltre il realismo, una fiaba nera che quasi sconfina nella fantascienza".
Garrone ha quindi concluso spiegando quanto il film sia riuscito a plasmare il suo modo di pensare: "Prima pensavo ci fossero i buoni e i cattivi. Lì ho trovato sfumature, non solo il bianco e il nero".