Ghostbusters: il cast manda un messaggio agli haters

Le protagoniste e tutte le collaboratrici donne del film inneggiano al 'Girl Power' in risposta (anche) all'ambiguo post del regista Colin Trevorrow.

La campagna di critiche piovuta sul remake al femminile di Ghostbusters ha preso una piega maschilista e a tratti inaccettabile. Le quattro protagoniste scelte da Paul Feig, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones e Melissa McCarthy, sono state oggetto di commenti sessisti, insulti e disprezzo. Inevitabile che il team di interpreti prima o poi decidesse di scendere in campo rispondendo a modo proprio agli insulti per dimostrare quanto potenti e talentuose possano essere le donne.

3 cheers to @theellenshow from all the remarkable women of #ghostbusters. When we stand together we are unstoppable! #girlpower

Una foto pubblicata da Melissa McCarthy (@melissamccarthy) in data: 25 Ago 2015 alle ore 07:57 PDT

Il post su Instagram risponde indirettamente non solo alle critiche dei fan, ma anche all'ambiguo post pubblicato dal regista di Jurassic World Colin Trevorrow che ha riacceso il dibattito sullo sciovinismo di Hollywood. Di fronte al quesito di un fan che gli chiedeva se, essendo donna, avrebbe potuto ugualmente accedere alla regia di un blockbuster come Jurassic World, Colin Trevorrow ha risposto: "Voglio credere che un regista dotato di capacità e desiderio di dirigere un blockbuster abbia un'opportunità. Sottolineo la parola desiderio perché credo che faccia parte dell'equazione. Molte delle nostre registe più potenti dell'industria non sono interessate a dirigere un blockbuster. Queste registe hanno la loro voce e le loro storie da raccontare che non necessariamente coinvolgono supereroi, dinosauri o navi spaziali. Per loro non si tratta solo di un'esclusione in una sistema corporativo impenetrabile. E' una questione complessa e coinvolge una componente di cui si parla poco - l'elevato livello artistico e l'integrità creativa delle registe. Forse la mia opinione può sembrare ingenua, ma in quanto impiegato di due compagnie guidate da donne, vi assicuro che non lo è. Ho un sincero desiderio di correggere questa credenza che vige nell'industria. E sì, mi sento male di fronte a un'ingiustizia sociale. Sono una persona. Nessuno vuole essere parte del problema".