Gabriel Garko ha rilasciato un'intervista al settimanale Oggi, in cui ha spiegato come un incontro con Monica Bellucci, risalente ormai a più di 30 anni fa, gli abbia fatto capire di essere gay.
Meno di due anni fa, Gabriel Garko ha approfittato di una puntata del Grande Fratello Vip, più nello specifico la visita fatta alla concorrente Rosalinda Cannavò, per aprirsi di fronte al grande pubblico e svelare in diretta TV la propria omosessualità. Nonostante molti nell'ambiente lo considerassero un "segreto di Pulcinella", l'attore e sex symbol italiano ha avuto bisogno di tempo per trovare il coraggio di parlarne apertamente. Adesso sembra ormai più tranquillo nel tornare sull'argomento, come dimostrato in una nuova intervista rilasciata al settimanale Oggi.
In questa occasione, Gabriel Garko ha parlato del suo passato sentimentale, ammettendo di aver avuto anche relazioni eterossesuali. Finché, un giorno, l'incontro con Monica Bellucci non ha fatto scattare in lui un campanello di "allarme" che lo ha portato a confrontarsi una volta per tutte con se stesso. "Inguardabile, tanto era bella. Monica fu la conferma di quel che avevo appena capito: se non mi viene di saltare addosso a una donna così, mi dissi, vuol dire che preferisco altro". Queste le parole di Garko che ha fatto così riferimento ad un incontro risalente al 1989, sul set di Vita coi figli, di Dino Risi.
Per quanto riguarda le relazioni eterosessuali avute nel corso della sua vita, Gabriel Garko ha dichiarato: "Ho avuto due o tre storielle etero. A 17 anni mi sono accorto che c'era qualcosa che, per come è fatta questa società, 'non andava'. Non è un passaggio facile, è una scoperta che ti 'chiude' tantissimo: ed è dannatamente pericoloso, perché puoi incontrare qualcuno che sfrutta quel tuo momento di debolezza. Sei totalmente da solo a dover affrontare questo mostro che ti sta uscendo da dentro... Oggi, forse, è diverso, più facile. Anche se tutta questa differenza non la vedo: la differenza vera si vedrà quando non ci sarà bisogno di fare coming out. Quando quelle due parole - venire fuori - ci suoneranno ridicole: quale crimine ho commesso, per dovermi costituire?".