Dal 24 febbraio in DVD, arriva in Italia Food, Inc., il documentario d'inchiesta più sconvolgente del 2009, definito da TIme Magazine "Più efficace dei film di denuncia di Michael Moore" e in nomination agli Oscar come miglior documentario. Un film che ha incassato in 5 milioni di dollari in America e ha vinto la "Chiocciola d'oro" allo Slow Food On Film (Festival Internazionale di cinema e cibo di Bologna). Robert Kenner, il regista e produttore, svela ciò che avviene nelle grandi industrie alimentari e che ci viene tenuto deliberatamente nascosto, con il consenso delle istituzioni, soprattutto in America. È una denuncia feroce e impressionante di un sistema votato esclusivamente al profitto, che ignora i rischi per la salute pubblica e che fa della produttività il suo unico credo. Il regista americano è riuscito a documentare per la prima volta questa politica perversa e a raccogliere prove significative e testimonianze di persone che operano nel sistema produttivo alimentare americano.
Con l'ausilio di efficaci animazioni e di una grafica avvincente, il regista mette a nudo i meccanismi orwelliani deliberatamente nascosti al grande pubblico che regolano l'industria. Il film svela come una manciata di aziende controlli l'offerta di cibo, mentre gli scienziati manipolano il DNA degli animali che mangiamo, in modo che possano crescere più in fretta, che si nutrano in modo più efficace, modificando addirittura il sapore delle loro carni. Ora possiamo gustare petti di pollo più grandi, la braciola di pollo perfetta, semi di soia resistenti agli insetticidi e persino pomodori che non marciscono. La carne che arriva sulle nostre tavole è stata iniettata di ormoni e antibiotici e noi serviamo tutto questo ai nostri figli. Il bestiame viene nutrito con alimenti che il loro corpo non è predisposto a digerire. Ciò genera nuovi ceppi del virus che colpiscono oltre 80.000 americani ogni anno. E a causa della proliferazione di alimenti processati e derivati dal mais, gli americani hanno raggiunto livelli epidemici di diabete tra gli adulti e di obesità tra i giovani. La cosa sorprendente è che tutto ciò accade sotto gli occhi delle agenzie di controllo governative americane, la USDA (United States Department of Agriculture) e la Food and Drug Administration.
Il film dimostra anche come gli agricoltori siano stati zittiti e abbiano paura di parlare di ciò che sta succedendo, temendo ripercussioni dai colossi dell'industria alimentare. Le leggi americane consentono alle aziende di brevettare i semi e questo ha permesso ad esempio alla Monsanto di ottenere il controllo del 90% della produzione di semi di soia. Si ricorda che la Monsanto è la società chimica che produceva il famoso Agente Orange (un potente pesticida usato nella guerra del Vietnam) e il DDT. Agli agricoltori è ora vietato salvare e riutilizzare questi semi e sono costretti a comprarne di nuovi dalla Monsanto ogni stagione. La società spende milioni di dollari ogni anno per investigare e intimidire i propri clienti, molti dei quali non hanno le risorse finanziarie per reagire e combattere l'azienda.Food Inc. presenta però anche persone coraggiose che hanno deciso di non sottostare a questo sistema e di reagire. Imprenditori illuminati come Gary Hirshberg della Stonyfield Farm e Joel Salatin della Polyface Farm. Ma sono ancora pochi coloro che hanno il coraggio di raccontare la verità. Le testimonianze di questi "eroi" della società moderna sono raccolte in questo sconvolgente film di denuncia e dimostrano quale determinazione e impegno sono necessari per combattere i colossi che controllano l'industria alimentare.Va sottolineato infine che il regista ha tentato di intervistare anche i responsabili di Monsanto, Tyson e Smithfield, ma tutti hanno declinato l'offerta.
Il film dimostra come i processi, una volta così semplici e naturali, per coltivare grano e allevare bestiame siano divenuti complicati e compromettenti. Processi che sono alla base della nostra alimentazione e quindi delle nostre vite e della nostra salute. L'obiettivo di questo documentario di forte denuncia è quello di portare una maggiore consapevolezza nei consumatori per fare in modo che ognuno di noi si dedichi ogni giorno a questo fondamentale problema ogni volta che deve decidere cosa mettere sulla sua tavola.