Due cosplayer giapponesi celebrano i trent'anni di Neon Genesis Evangelion con una reinterpretazione sorprendente di A Cruel Angel's Thesis, registrata in un parcheggio sotterraneo e realizzata usando oggetti quotidiani con una precisione acustica quasi scientifica.
Due cosplayer e una cover che ha riscritto l'immaginario del tributo anime
L'omaggio dei fan per i 30 anni di Neon Genesis Evangelion non arriva da un palco o da un'orchestra sinfonica, ma da un luogo lontanissimo dall'iconografia spettacolare che spesso accompagna l'anime di Hideaki Anno: un parcheggio sotterraneo.
Il reel, pubblicato su Instagram dall'utente memebhakt22 con crediti a pdsoloz29, mostra due performer giapponesi vestiti da Rei e Asuka che riproducono A Cruel Angel's Thesis - una delle sigle più iconiche della storia dell'animazione - tramite un arrangiamento ritmico costruito interamente con l'acustica dello spazio e con oggetti comuni: uno spruzzino, un contenitore per l'acqua, e rimbombi calibrati sulle pareti del garage.
È l'ennesima dimostrazione che il fandom di Evangelion non è semplicemente fedele: è capace di prendere un mito pop e restituirlo trasformato, mantenendo intatto il senso di meraviglia. Il reel non mira al realismo, ma a ricreare l'essenza: un ritmo ipnotico, un'energia pulsante, quella tensione sonora che ha reso l'opening originale un manifesto generazionale.
Quando Evangelion incontra l'ingegneria del suono
Nei commenti del video, memebhakt22 non si limita a ringraziare o descrivere la performance: spiega il funzionamento fisico dell'acustica adottata, riportando un dettaglio poco noto che ha catturato l'attenzione anche dei non appassionati. "Il Giappone utilizza piastrelle piezoelettriche per convertire i passi in elettricità", si legge nella traduzione della didascalia tecnica. "Quando cammini, il peso e i movimenti esercitano pressione sulle piastrelle. Le piastrelle si piegano leggermente, creando stress meccanico. Il materiale piezoelettrico all'interno converte questo stress in elettricità. Ogni passo crea una piccola carica e milioni di passi generano energia sufficiente per alimentare luci LED, display digitali e sensori."
Il parcheggio sotterraneo non è quindi solo scenografia: è uno strumento acustico, un laboratorio urbano che simula risonanze e rimbalzi. L'informazione ha fatto il resto, trasformando quella che poteva essere "solo" una cover in un piccolo esperimento divulgativo che incarna perfettamente l'anima di Evangelion: la fusione tra emotività e tecnologia, tra corpo e macchina, tra umanità e ingegneria.
Non è un caso che altri video dello stesso autore - come la reinterpretazione di Gurenge, la prima opening di Demon Slayer - stiano emergendo come micro-eventi culturali.
Se un parcheggio, due cosplayer e un inno degli anni '90 possono trasformarsi in una performance virale globale, allora il titolo di anime "che ha ridefinito il mecha e il medium" non è solo una frase da manuale: è un dato di realtà.