E.T., Steven Spielberg e la genitorialità: "Prima di quel film, non avrei voluto avere figli"

Nel corso della cerimonia per il 40esimo anniversario di E.T., Steven Spielberg ha parlato del film e di come il suo approccio alla genitorialità sia cambiato negli anni a venire.

Considerato uno dei padri del cinema americano contemporaneo, Steven Spielberg ha dichiarato che, prima di E.T., avrebbe preferito non diventare genitore. Il film diretto nel 1982, però, ha cambiato le carte in tavola e gli ha consentito di considerare diversamente la genitorialità.

Nel corso della proiezione di E.T. L'Extraterrestre durante il TCM Classic Film Festival per celebrare il 40esimo anniversario del film, Steven Spielberg ha parlato del suo progetto del 1982 e dell'approccio alla genitorialità. Il regista ha raccontato: "Prima di allora, non volevo avere figli perché non era un tipo di equazione che aveva senso per me mentre passavo da film a film, da sceneggiatura a sceneggiatura... Non mi è mai venuto in mente fino a metà della lavorazione di E.T.: in quel film ero un genitore. Mi sentivo letteralmente molto protettivo nei confronti di Henry, Mike e di tutto il mio cast, specialmente di Drew, che aveva solo 6 anni. E ho iniziato a pensare: 'Beh, forse questa potrebbe essere la mia vita reale un giorno'. È stata la prima volta che mi è venuto in mente che forse avrei potuto essere un padre. E forse, in un certo senso, un regista è un papà, o una mamma".

Sette figli e sei nipoti dopo, Spielberg ha detto: "Beh, possiamo dire che, per me, E.T. ha funzionato davvero bene!". Nel corso della serata, il regista ha parlato anche di 1941 - Allarme a Hollywood, uno dei pochi flop della sua lunghissima e straordinaria carriera.

Spielberg ha definito il film come "uno strano esempio di commedia in cui non si ride" e ha proseguito: "La lavorazione è stata la più lunga della mia carriera - anche più de Lo squalo, che sarebbe stato apparentemente difficile da battere, dato che là abbiamo girato 158 giorni, più di 100 giorni oltre il previsto. Ma, siccome stavamo girando in back to back, lo studio ha iniziato a firmare assegni, dicendo: 'Vediamo cosa succede'. E mi hanno dato un tetto illimitato per fare 1941. Alla fine, mi sono serviti 178 giorni per girare il film perché ho diretto tutte le miniature... È stato il peggior errore che si potesse fare. Ma mi sono divertito molto a fare il film".