Dwayne Johnson: "The Smashing Machine non è un film sulla lotta, è una storia d'amore"

La prima volta alla Mostra di Venezia per la muscolosa star, che ha parlato del biopic diretto da Benny Safdie, presentato oggi in concorso.

Dwayne Johnson approda a Venezia per presentare The Smashing Machine

Polo blu, occhiali che gli donano un'aria da intellettuale, Dwayne Johnson celebra la sua prima volta al Lido di Venezia con un bagno di folla. Accolto da un lunghissimo applauso della stampa il suo The Smashing Machine, biopic dedicato al campione di UFC Mark Kerr che vede Benny Safdie cimentarsi nella regia senza la presenza del fratello Josh. I combattimenti abbondano nella pellicola che si concentra sulla lotta di Kerr per liberarsi dalla dipendenza dagli antidolorifici e dal legame con la fidanzata, poi moglie, Dawn, interpretata da Emily Blunt, ma per Johnson il film è soprattutto "una storia d'amore".

"Mark Kerr è stato il più grande lottatore del mondo a un certo punto, ma questo film non parla solo di lotta: è una storia d'amore", spiega il muscoloso attore, visibilmente commosso. "È una storia d'amore tra Mark e Dawn, ma è anche una storia d'amore tra Mark e lo sport. Nel film si raccontano i sacrifici e l'impegno per riuscire a dare il massimo sul ring. Come sapete, Mark è andato due volte in overdose, ed è fortunato a essere ancora vivo. Anche per questo che questa storia è così speciale".

The Smashing Machine Dwayne Johnson Emily Blunt Scena
Dwayne Johnson abbraccia Emily Blunt in The Smashing Machine

Il campione di lotta dall'animo gentile: come Dwayne Johnson si è approcciato al ruolo di Mark Kerr

Uno dei titoli più attesi della nuova stagione cinematografica, The Smashing Machine ha costretto Dwayne Johnson a sessioni quotidiane di svariate ore di trucco per trasformarsi in Mark Kerr, ma il ruolo ha richiesto soprattutto una trasformazione interiore per immedesimarsi nelle fatiche e nei drammi dell'ex campione che Johnson definisce un "concentrato di contraddizioni".

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The Smashing Machine Dwayne Johnson Frame
Dwayne Johnson nei panni di Mark Kerr

"Sul ring era un grandissimo combattente, ma Mark era anche la persona più gentile e garbata che abbia mai incontrato" spiega l'attore. "L'ho conosciuto quando combattevo e ho cercato di incarnarne questa amabilità che cozzava con la sua stazza. All'inizio del film Mark dice di essere pronto a fare qualcosa che per lui conta davvero. Aveva le farfalle prima di combattere, ha dovuto lottare per sopravvivere. Tutto quello che ha costruito, la sua casa, i suoi soldi, arrivavano dalle sue vittorie. Poi si è trovato a lottare con la dipendenza dalla droga e quando perde per la prima volta, in un certo senso perde tutto, ma impara ad andare avanti".

Sulla scelta di raccontare la vita del campione di arti marziali miste sul grande schermo, Benny Safdie ha spiegato: _"Negli anni '90 c'era qualcosa di così sperimentale in quello che stava succedendo. C'erano tutte queste diverse forme di arti marziali che si sfidavano, era uno sport davvero unico. Era anche una comunità molto unita, dove tutti si conoscevano e si amavano, e c'era una tale vicinanza tra loro. Mi intrigava questa contraddizione, mi piaceva molto l'idea di questo legame tra lottatori così ho deciso di volevo esplorarlo".