Una nuova funzione di intelligenza artificiale di X consente di modificare immagini pubbliche senza consenso, scatenando la fuga di migliaia di artisti. Tra loro Boichi, che denuncia l'uso incontrollato delle opere e apre un dibattito urgente su diritti, piattaforme e creatività nell'era dell'intelligenza artificiale.
La nuova funzione IA di X e la frattura con la comunità creativa
Gli artisti digitali si trovano oggi a difendere il proprio lavoro non solo da copie e repost, ma da sistemi capaci di riscrivere, alterare e persino cancellare l'identità di un'opera. L'introduzione su X della scheda Modifica immagine, alimentata da Grok, ha portato questa tensione a un punto di rottura. La funzione permette a qualsiasi utente di prendere un'immagine pubblica, inviare un prompt testuale e ottenere una versione modificata, pronta per essere ripubblicata o usata come risposta all'autore originale.
Per molti creatori, questo equivale a perdere il controllo totale sulle proprie opere. Non si parla solo di remix creativi, ma di manipolazioni non richieste, rimozione delle filigrane e uso offensivo delle immagini. Il caso dell'artista Iomaya è diventato emblematico: un'opera commissionata, protetta e a visibilità limitata è stata alterata da un utente anonimo, che ha aggiunto la scritta "Luddista" sul corpo del personaggio, definendola poi contenuto AI di bassa qualità. "L'opera d'arte su X è finita. Ciò che l'utente anonimo ha fatto è stato disgustoso oltre ogni dire", ha dichiarato l'artista.
Il thread è esploso, superando i cinque milioni di visualizzazioni, mentre l'account responsabile - poi disattivato - colpiva altri creativi con lo stesso metodo, sostenendo che gli artisti dovrebbero abbracciare l'IA. Un'affermazione che, in questo contesto, suona più come una provocazione che come un invito al dialogo.
Boichi e l'esodo globale: quando la tecnologia spezza la fiducia
A dare un volto internazionale alla protesta è stato Boichi, celebre mangaka noto per Dr. Stone e Sun Ken Rock. Con una dichiarazione pubblicata il 24 dicembre, l'artista ha annunciato la sospensione delle sue pubblicazioni su X: "È con il cuore pesante e spezzato che scrivo queste parole. Per il momento sospenderò la pubblicazione dei miei fumetti e delle mie illustrazioni su X". Una decisione maturata proprio in risposta alla nuova funzione IA.
Boichi ha voluto chiarire la sua posizione senza ambiguità: "Non temo l'intelligenza artificiale. Credo nel suo futuro e nelle possibilità che può portare. Tuttavia, non posso accettare che le mie opere vengano utilizzate, studiate o sfruttate senza il mio consenso o un'adeguata compensazione". Parole che spostano il discorso dal rifiuto tecnologico al rispetto dei diritti.
L'impatto personale è stato devastante. L'artista ha raccontato di non riuscire più a mangiare regolarmente e di sentire annullato il lavoro collettivo che aveva costruito online: "Tutto quello sforzo sembra svanito nel nulla, come se non fosse mai esistito". Il suo fumetto Sunday's Sugar Glider, pubblicato in 55 pagine su X, conta in realtà 140 pagine realizzate nell'ultimo anno, con la convinzione che quella piattaforma fosse il luogo ideale per dialogare con i lettori globali.
La risposta della comunità è stata immediata: migliaia di artisti hanno espresso solidarietà, raccontando esperienze simili e annunciando il trasferimento verso piattaforme come Instagram. Boichi stesso ha invitato i fan a seguirlo lì, precisando però: "Non ho intenzione di lasciare X. Continuerò ad aggiornarvi. Aspetterò il giorno in cui la piattaforma tornerà alla normalità".
La vicenda apre domande cruciali sul futuro della creatività online: quanto controllo possono esercitare le piattaforme sulle opere degli utenti? E quale prezzo culturale pagheremo se sempre più artisti sceglieranno il silenzio piuttosto che l'esposizione incontrollata? La protesta di Boichi non è solo un addio temporaneo, ma un segnale che l'ecosistema digitale sta chiedendo nuove regole, prima che sia troppo tardi.