Death of a Unicorn ispirato a Nosferatu? Il regista: "Avevo accesso agli appunti di Eggers e così..."

Robert Eggers è diventato famoso per il modo in cui intreccia il folklore nel cuore delle sue storie e ciò ha ispirato Alex Scharfman, sceneggiatore e regista di Death of a Unicor, che ha lavorato a stretto contatto con lui.

Una scena di Death of a Unicorn

A24 si tuffa nel bosco incantato del folk horror con Death of a Unicorn, esordio registico di Alex Scharfman che ha saputo trasformare un animale mitologico in un detonatore narrativo carico di satira sociale e inquietudine fiabesca. Ma questa storia è originale o il regista ha tratto troppa ispirazione da alcuni maestri, come Robert Eggers?

Death of a Unicorn e Robert Eggers: ispirazione o qualcosa di più?

La trama si apre con un Paul Rudd versione padre in difficoltà che, insieme alla figlia Ridley (Jenna Ortega), si reca in una lussuosa "capanna nel bosco" per una visita al boss (Richard E. Grant). L'incidente con l'unicorno - investito e poi finito a colpi di pietra - appare come un momento assurdo, ma diventa presto il cuore simbolico del film: la creatura, viva e dotata di poteri curativi, viene vista dalla famiglia Leopald come una risorsa da spremere, senza alcun rispetto né etico né mitologico.

Scharfman gioca col contrasto tra la scienza fredda dei Leopald, a capo di un impero farmaceutico, e la dimensione misterica del folklore. Il loro desiderio di trarre profitto dal sangue dell'unicorno rappresenta il lato cieco dell'iper-razionalismo, mentre Ridley, unica voce fuori dal coro, incarna il valore della credenza popolare e l'urgenza del rispetto per l'invisibile. Come scrive Collider, "Scharfman usa i Leopald e la loro avidità per mostrare le conseguenze del disprezzo per il folklore: sono la versione estrema dell'incredulità". Ed è proprio l'ignoranza del mito, più che la magia stessa, a trasformarsi in orrore.

Death Of A Unicorn Jenna Ortega Promozionale
La locandina di Death of a Unicorn

Tutta questa allusione tra mito, folklore si spiega se pensiamo che Scharfman ha lavorato molto con Robert Eggers, maestro della filologia horror con The Witch e The Lighthouse. Ed è possibile trovare la mano di Eggers in tutta la costruzione visiva e simbolica di Death of a Unicorn. Scharfman, che ha lavorato nello stesso studio di The Witch e supervisionato le prime fasi del nuovo Nosferatu, ha avuto accesso diretto ai taccuini di ricerca di Eggers. Questo ha dato vita a una cura filologica rara, ad esempio: i momenti in cui Ridley indaga le leggende sugli unicorni sono accompagnati da arazzi del XV secolo realmente esistenti, che narrano la caccia e la cattura dell'animale.

Tra maestri dell'horror

Un altro dettaglio farebbe pensare a un'ispirazione non soltanto a Eggers direttamente ma anche a un'altra maestra dell'horror: l'unico pannello danneggiato dell'arazzo - quello in cui l'unicorno si ribella - è stato immaginato da Scharfman per allineare le morti nel film con quelle rappresentate nell'arazzo, un'operazione che riecheggia anche le narrazioni stratificate di Ari Aster in Midsommar.

Robert Eggers tornerà nei cinema con Werwulf, ecco la data di uscita Robert Eggers tornerà nei cinema con Werwulf, ecco la data di uscita

Il risultato è un film surreale e grottesco, che si muove tra il gotico e il grottesco con leggerezza da dark comedy. Death of a Unicorn riesce a prendere qualcosa di apparentemente assurdo - un unicorno ferito e conteso - e renderlo reale attraverso la lente del mito, dell'arte e della memoria. Un livello di mito che non si discosta troppo da Eggers.