Cuori, una storia vera ha ispirato la fiction?

Nelle otto puntate di Cuori sarà ripercorsa la storia del primo reparto italiano dedicato alla Cardiochirurgia, aperto negli anni '60 presso l'ospedale Le Molinette di Torino.

Cuori è una fiction che si ispira a una storia vera, ovvero ad una stagione d'oro della medicina italiana: quella dell'équipe di cardiochirurghi e del primo reparto dedicato alla cardiochirurgia che all'ospedale Le Molinette di Torino, tra gli anni '50 e gli anni '60, fu all'avanguardia nel mondo.

Cuori 1
Cuori: un'immagine promozionale della serie

I personaggi della serie si ispirano a delle vere leggende che hanno cambiato per sempre il corso della storia della sanità nel nostro paese: fino agli anni cinquanta la cardiochirurgia era una disciplina praticamente sconosciuta in Italia e uno dei pionieri in questo campo fu Angelo Actis Dato che con altri incredibili medici guidati da Achille Mario Dogliotti formò un équipe che riuscì a salvare migliaia di vite, tra cui tantissimi bambini.

Il figlio di Dogliotti, Guglielmo, ha seguito le orme del padre ed ha deciso di prendere parte alla fiction come consulente; quest'ultimo a proposito del padre ha raccontato: "Dopo la laurea, con un altro giovane medico come lui, Pier Federico Angelino, andò a perfezionare i suoi studi a Parigi. Allora la cardiochirurgia in Italia praticamente non esisteva e loro due furono i primi a realizzare cateterismi cardiaci su bambini affetti da un difetto congenito conosciuto come morbo blu'."

"Sull'onda di questi successi, Achille Dogliotti, un luminare della chirurgia, li volle come suoi assistenti in sala operatoria." Ha continuato Guglielmo. "Così nacque l'équipe protagonista della fiction. Un'équipe che operò nel primo reparto di cardiochirurgia aperto in Italia alle Molinette di Torino: 94 posti letto in un intero piano d'ospedale."

Cuori 3
Cuori: una scena della serie

Il personaggio di Cesare Corvara, a cui presta il volto Daniele Pecci, è ispirato proprio al dottor Dogliotti. Nelle sequenze di Cuori, Pecci interpreta quindi un personaggio per metà storico e per metà frutto della fantasia degli sceneggiatori: "E' chiaro che la figura storica aleggiava e meritava un riferimento. Ma io mi sono attenuto a quello che mi veniva proposto su carta."